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Il quarto allenatore in poco più di un anno: squarci di un’Inter che i tifosi nerazzurri non vogliono e non possono rammentare. Dopo l’addio dello Special One e i successivi fallimenti di Benitez e Leonardo è il turno di Gasperini, che pare intenzionato a far respirare aria nuova prima a Pinzolo, poi alla Pinetina e infine a San Siro e dintorni. Il tecnico spagnolo ha provato invano a prendere le distanze da Mou, ricordo e esempio ancora troppo vivo nelle menti e nei cuori dei giocatori da lui portati sul tetto d’Europa. Leonardo non ci ha neanche provato: il ragazzino ultimo della classe si è limitato a scopiazzare dal numero uno, ricavandone un compito mediocre e incompleto.

Gasperini, come Benitez, si appresta a rivoluzionare gli schemi di gioco della squadra; ma il suo approccio, lungi da quello borioso e ‘separatista’ dello spagnolo, è pacato e bonario. Nel bagaglio preparato al Genoa, che ha guidato in stagioni altalenanti, non ci sono la continuità e l’esperienza indispensabili, ma c’è un credo tattico convinto: il 3-4-3. L’idea di abbandonare un assetto che ha portato a vincere tutto e che è la base di ogni top team europeo risulta, a prima vista, pazza e autolesionista. Tuttavia il nuovo modulo potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per la crescita dei più giovani e, soprattutto, un palliativo per i senatori in fase di involuzione.

Innanzitutto la difesa a 3 permetterebbe di schierare contemporaneamente Lucio, Samuel e Ranocchia, affermatosi prepotentemente nel finale della scorsa stagione come leader, a dispetto della sua giovane età. Cordoba e Chivu, finalmente schierato nel suo ruolo, rappresenterebbero valide alternative ai tre titolari e ai loro muscoli fragili. L’avanzamento di Maicon sulla linea dei centrocampisti garantirebbe al brasiliano maggiore libertà di spinta e lo affrancherebbe parzialmente da diagonali difensive e rientri, verso cui l’allergia del brasiliano peggiora con il passare degli anni. Sull’altra fascia si può fare un discorso analago per Santon, chiamato ad alternarsi con Nagatomo e Zanetti. L’eterno capitano sarebbe inoltre coinvolto nella rotazione dei mediani con Cambiasso, Thiago Motta e Stankovic. Il reparto, decimato dagli infortuni lo scorso anno, col nuovo modulo dovrebbe fornire solo due titolari.

Per quanto riguarda il reparto offensivo il tridente spurio sarà costituito da un trequartista e due punte. Per quanto riguarda il fantasista, fra Sneijder e il nuovo acquisto Alvarez c’è solo l’imbarazzo della scelta, mentre Milito, Eto’o e Pazzini si alterneranno come punte, senza più compiti difensivi o di fascia.

Pazza idea, ma non troppo.

 

Giovanni Cassese

This post was last modified on 11 Ottobre 2011 - 00:49

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redazione