Classe 1995, considerato dagli addetti ai lavori uno di quei giocatori che nasce una volta ogni vent’anni. L’ex ct dell’Under 17 Massimo Piscedda lo ritiene il prospetto più interessante del calcio italiano in assoluto. Il suo ormai ex presidente, Gino Corioni, lo ha definito “il nuovo Roberto Baggio”.
Stiamo parlando di Lorenzo Tassi, gioiellino degli Allievi del Brescia, che arriva all’Inter in comproprietà per una cifra vicina ai 2,5 milioni di euro. Una telefonata tra il numero uno nerazzurro, Massimo Moratti, e il suo collega del Brescia, Gino Corioni, ha definitivamente concluso la trattativa per il 16enne nativo di Bovezzo.
Il ragazzo ha mostrato le sue qualità in diversi ruoli: abile come centrocampista davanti la difesa, dove è il punto di riferimento per i compagni, eccezionale come trequartista, dove le sue doti tecniche e la sua fantasia hanno fatto fare il salto di qualità agli allievi del Brescia nella passata stagione. Per la sua età la categoria di riferimento sarebbe i Giovanissimi, ma al piede non si comanda e ben presto è diventato un punto inamovibile degli Allievi.
Già nel giro della nazionale Under 17, aggregato alla spedizione in Ucraina da Francesco Rocca per disputare il tradizionale “Torneo Bannikov” nel giugno 2010, Tassi ha fatto capire il perchè di tanti complimenti realizzando il gol vittoria nella partita d’esordio contro la Serbia. Nel 2011 la sua crescita e il suo talento non hanno incontrato ostacoli: dopo essere andato in ritiro con la prima squadra, Tassi è entrato nell’orbita della Primavera del Brescia.
L’Inter, il Milan e la Juventus erano sulle sue tracce. La Juventus ci ha provato a gennaio ma il Brescia ha risposto picche. Alla fine il club di Massimo Moratti l’ha spuntata sulla concorrenza e si è assicurato un diamante grezzo il cui valore potrebbe diventare incalcolabile tra un paio d’anni.
La politica di rafforzamento del settore giovanile potrebbe essere la nuova strategia nerazzurra per il futuro, con la speranza di costruire una squadra imbattibile come il Barcellona dei “canterani”.
Giuseppe Testa Opromolla