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Sono trascorsi ormai 5 anni da quel dolorosissimo 4 settembre 2006, quando il capitano della storia nerazzurra Giacinto Facchetti si spense a soli 64 anni per un tumore che lentamente gli portò via la vita. A noi, invece, quel tumore portò via un pezzo di cuore, di orgoglio. Perchè Giacinto era l’Inter, sia quando con indosso la maglia numero 3 macinava chilometri sulla fascia sinistra riempendo la bacheca nerazzurra con 4 scudetti, 2 Coppe Intercontinentali, 2 Coppe Campioni e una Coppa Italia, sia quando poi divenne dirigente e in seguito presidente della società.

Stimato da tutti, anche al di fuori del mondo calcistico, si distingueva per la sua classe ed eleganza, per il suo carisma a volte silenzioso ma efficace, anche se qualcuno, in tempi non sospetti, ha provato ad infangarne l’immagine, paragonandolo a coloro che hanno rovinato il calcio italiano agli occhi di tutto il mondo. Ovviamente, non poteva mancare il ricordo del presidente Massimo Moratti sul sito ufficiale: “Cinque anni senza di lui. Giacinto Facchetti è stato un Campione unico, un Presidente, un amico. Lo abbiamo sempre con noi, lui e quella storia di vita così esemplare”.

Anche da presidente, sarebbe stato emozionante vederlo vincere qualche trofeo. Ma il Cipe, purtroppo, ci ha lasciato proprio sul più bello, quando Roberto Mancini vinceva 3 scudetti consecutivi con 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane di contorno, e Josè Mourinho ci regalava la stagione più vincente della storia nerazzurra.

Ma nessuno si è mai dimenticato di lui, soprattutto i giocatori che hanno avuto la fortuna di viverlo, come Cambiasso. Il Cuchu, in tutti i festeggiamenti dei vari trofei, compare con l’immancabile maglia numero 3 ritirata nel 2006 proprio in onore di Giacinto. Perchè un uomo così, non si scorda mai.

This post was last modified on 5 Settembre 2011 - 17:48

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redazione