Il presidente Massimo Moratti ha scelto per l’evento, lo stesso luogo dove, sedici anni fa, si era svolta la presentazione ufficiale di Javier Zanetti. Diversi gli ospiti d’onore che hanno preso parte alla festa. Fra gli invitati, il Consiglio d’Amministrazione, Beppe Bergomi che con le sue 756 presenze era il ‘primatista’ precedente, gli amici più cari, Marco Materazzi, Juan Valentin Angelillo (lo ‘scopritore’ di Pupi), i dirigenti di oggi, ma anche chi c’era in quel luglio 1995 che ha segnato l’arrivo in Italia di un giovanotto argentino ai più allora sconosciuto: Sandro Mazzola, Luis Suarez, Mario Corso, Gianmaria Visconti di Modrone. Non sono mancati, ovviamente, i pensieri affettuosi per il Capitano.
“Faccio tanti complimenti a Zanetti, per quello che ha fatto e per quello che farà. Solo un grande professionista, che si allena con serietà e impegno ogni giorno, può arrivare a simili traguardi”. Queste le parole del neo tecnico nerazzurro Claudio Ranieri, conscio di avere in squadra un leader con pochi eguali al mondo. Poi, l’affettuoso pensiero del presidente Massimo Moratti: “La fotografia di Zanetti è quella dell’altra sera a Mosca. Per me è stato il migliore in campo. Soprattutto nel primo tempo ha dimostrato, a 38 anni, non solo che è sempre un giocatore valido, ma addirittura indispensabile per qualsiasi squadra. Fa ancora la differenza – conclude il presidente – in campo e come uomo. Lui è il futuro dell’Inter. Come dirigente? No, il suo futuro è in campo perché giocherà ancora tanto”.
Amico e compagno di innumerevoli battaglie, Esteban Cambiasso parla così di Zanetti: “Per me è un grande privilegio poter giocare con Javier – spiega il Cuchu – ed è un grande onore esserne diventato anche un amico”. Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Luca Castellazzi: “È la bandiera dell’Inter, ha scritto pagine di storia ed è un esempio per tutti”.
Ecco le parole anche del protagonista della serata, Javier Zanetti, il quale esprime anche qualche desiderio per il futuro: “Per me restare all’Inter con altri incarichi sarebbe bellissimo, perché vorrebbe dire continuare a vivere nella famiglia Moratti, ma non ci ho ancora pensato, mi dedico con passione agli ultimi anni di carriera, poi ci siederemo a un tavolo e ne parleremo come si fa in famiglia. Quando sono arrivato qui per la prima volta, non avrei neppure immaginato di fare una carriera come questa, di essere il capitano di un’Inter che ha vinto tutto“. Il capitano nerazzurro, spende una considerazione anche verso il nuovo tecnico, Claudio Ranieri: “E’ un signore, un tecnico di esperienza, non era un problema tattico, lui si è messo a nostra disposizione. Ma abbiamo vinto solo due partite, ora dobbiamo continuare su questa strada”. Che dire Capitano, 757, anzi, 759 volte orgogliosi di te.
This post was last modified on 29 Settembre 2011 - 16:46