L’applicazione, chiesta a gran voce dal tecnico sia in allenamento che in gara, permette a giocatori di medio livello di giocare ben oltre i propri limiti. In pochi, anche a Napoli, riescono a spiegarsi il rendimento di Totò Aronica, per anni uno dei tanti della plebaglia di serie A, oggi fiero esponente della nobiltà europea dei difensori. I suoi compagni di reparto, Cannavaro e Campagnaro, hanno dimostrato di essere campioni da nazionale, anche se i rispettivi selezionatori non li tengono in considerazione. Alle loro spalle Morgan De Sanctis: una carriera da buon portiere spesso disattento, da quando è arrivato all’ombra del Vesuvio è una saracinesca.
Il centrocampo napoletano è quello che sfrutta meglio l’ampiezza del terreno di gioco. Tranne i marziani del Barca, nessuno in Europa lo fa così bene: Maggio e Dossena (o in alternativa Zuniga) sono spine nei fianchi di qualsiasi avversaria. Con l’avvento di Inler il ribaltamento di lato si è nettamente velocizzato, aumentando vertiginosamente la pericolosità degli inserimenti degli esterni. E in caso di un raro errore in mezzo ci pensa il super Gargano di questo inizio di stagione a recuperare il pallone.
In avanti è la velocità a farla da padrone. I “tre tenori“, come i giornalisti sono soliti chiamarli, cantano in realtà un rapidissimo rap fatto di accelerate e bordate improvvise. Con l’Inter con ogni probabilità mancherà Cavani e paradossalmente la sua assenza si sentirà di più in copertura. La sua fase difensiva è degna di un grandissimo terzino. Solo l’Eto’o del triplete e il Rooney dello United campione d’Europa sono stati capaci di mordere le caviglie avversarie fino alla propria area come fa il Matador. Allora è lui il pezzo forte che manca? No.
Il vero X factor del Napoli è il suo pubblico. Il San Paolo, praticamente sempre pieno, è ormai un catino inespugnabile. In trasferta gli azzurri non sono gli stessi: in questo inizio di stagione hanno accumulato una sconfitta, un pareggio (per quanto di livello assoluto) e una vittoria sofferta.
E da quando il Napoli è tornato in A non ha mai vinto a San Siro. Non è ancora tempo per far ritrovare brutte abitudini.
Giovanni Cassese