Nonostante una meticolosa attenzione nelle operazioni di mercato in vista del Fair Play Finanziario, anche quest’anno il patron dell’Inter Massimo Moratti è costretto a staccare un assegno pesante: 40 milioni di euro. Il 28 ottobre alle 18, nella sede della Bpm di via San Paolo a Milano, bisognerà approvare il bilancio chiuso il 30 giugno e relativo alla stagione 2010-11 e varare, contestualmente, un aumento di capitale da 40 milioni «previa copertura delle perdite». L’esercizio, infatti, dovrebbe chiudersi con un deficit tra i 55 e i 65 milioni, comunque in continua diminuzione di stagione in stagione. Basta scorrere queste cifre per rendersi conto della conversione al risparmio degli ultimi anni: -206,8 il deficit dell’esercizio 2006-07, -148,3 nel 2007-08, -154,4 nel 2008-09, -69 nel 2009-10. E ora, appunto, un ulteriore, seppur timido, calo delle perdite (55-65 milioni).
Moratti ci ha fatto ormai l’abitudine. Prendendo solo in considerazione gli ultimi cinque anni, il giocattolo Inter è costato al petroliere qualcosa come 360,7 milioni di euro (sui 367,3 di ricapitalizzazioni complessive). Moratti, attraverso Internazionale Holding, controlla oltre il 98% delle azioni e praticamente tutte le iniezioni di denaro gravano sulle sue spalle. Dai 70 milioni tirati fuori nel corso della stagione 2009-10 si è scesi ai 40 deliberati dodici mesi fa, stessa cifra che servirà per ripianare anche il bilancio di quest’anno.
Nei bilanci nerazzurri, viene sempre riportata la postilla: “Il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la società e su tale presupposto è stato redatto il presente bilancio nella prospettiva della continuità aziendale”. Detto ciò, non vuol dire che la società nerazzurra stia perdendo di vista il bilancio, anzi. Anno dopo anno il deficit è sempre minore e, in vista del Fair Play Finanziario imposto da Platini, la situazione dell’Inter è in costante miglioramento.