L’Inter ieri ha perso la faccia. Come un pugile che è stato campione e si ritrova più suonato di un tamburo, l’Inter ormai ha incassato troppi colpi per essere ancora credibile. Il “rumore dei nemici” ha lasciato spazio alle battutine di scherno sul grande colosso che è caduto. Le esultanze e le parole tronfie dei tifosi nerazzurri hanno lasciato spazio a nostalgici ricordi e recriminazioni. La stagione in essere sembra essere ormai una lunga ‘Via Crucis’ nel corso della quale anche la squadretta più insulsa riesce a prendersi gioco degli stanchi campioni.
L’Inter ha perso i suoi campioni. Un tempo la sfilata dell’undici nerazzurro nel tunnel durante il prepartita era degna delle migliori passerelle del mondo. Ora piuttosto sembra una conta dei superstiti, in cui trovano spazio anche giocatori mediocri, come il Muntari attuale (con tutto il rispetto!).
L’Inter ha perso la sua infallibilità. Quella che portava i giocatori in campo a non sbagliare mai il tempo dell’intervento (emblematico il Lucio di ieri), a trovare l’assist al bacio nel momento del bisogno, a non mancare il gol a pochi metri dalla porta; quella che portava gli allenatori a indovinare anche l’Obinna di turno titolare a sorpresa; quella che portava i dirigenti a non sbagliare un acquisto, ad evitare i Domoraud e i Ricky Alvarez.
Ma l’Inter ha soprattutto perso la speranza, l’unica arma che possa permettere di sopperire a crisi d’immagine, mancanza di talento, errori dirigenziali e non. I tifosi che c’erano negli anni di magra, hanno gioito sul tetto del mondo e continuano a sostenere una squadra disastrata e disastrosa non meritano di perdere la speranza. Non meritano di perderla a metà ottobre.
Giovanni Cassese
This post was last modified on 8 Ottobre 2013 - 23:37