Dopo la partita contro i rosanero, Pazzini si ripete nel 3-0 di Bari, segna il gol decisivo a Firenze, pareggia nella gara vinta per 5-2 col Genoa e decide i match contro Lecce (1-0) e Cesena (2-1), con una grande doppietta nel finale. Decisivo anche nei due 3-1 contro la Fiorentina e il Catania. In questa stagione, 3 gol e 3 vittorie che portano il suo marchio di fabbrica, Bologna, Mosca e Lille. Con lui in campo sono arrivate undici vittorie (sei delle quali in trasferta), griffate con quattordici gol. Giampaolo Pazzini ha avuto sin da subito un grande impatto, dimostrando di essere un elemento fondamentale di cui non si può fare a meno. Oltre a essere una sentenza in area di rigore, il “Pazzo” garantisce un grosso lavoro di sacrificio, a dispetto di tutti quelli che lo ritengono un uomo utile solo negli ultimi venti metri. Per informazioni, chiedere al centrale del Lille Chedjou, che nella partita di martedì lo ha rincorso in lungo e in largo per tutto il campo.
Anche il rapporto con l’ambiente nerazzurro è stato fin da subito idilliaco, dai compagni ai tifosi, passando per la società. Il “Pazzo” è entrato nel cuore di tutti, soprattutto del presidente Massimo Moratti che, a inizio stagione, aveva così indicato la linea da seguire a Gasperini: “Metti dentro Pazzini che fa una valanga di gol“. L’allenatore di Grugliasco fece orecchie da mercante, non schierandolo mai da titolare se non nello sciagurato esordio di Champions League con il Trabzonspor. L’obiettivo di Gasperini era quello di recuperare Milito e di imporre il proprio credo calcistico. Quello dell’Inter, invece, è quello di vincere. Quindi, via Gasperini, ecco Ranieri. Fuori Milito, dentro il “Pazzo”. Risultato: 3 vittorie in 5 gare condite da tre gol del centravanti azzurro. E’ la “legge del Pazzo”.