La domenica pomeriggio a San Siro: una vecchia abitudine che porta con sé sensazioni nuove. L’Inter vince e finalmente convince. Merito di un ritrovato gioco di squadra, talvolta lento e farraginoso, ma comunque visibile. Merito di prestazioni dei singoli eccellenti, qualcuna addirittura sorprendente. Merito della scelta della qualità da parte di un allenatore che è sempre stato considerato avverso a essa. Ranieri ha messo da parte alcune sue convinzioni tattiche per il bene della squadra. E’ ciò che farebbe qualsiasi allenatore vero. E’ ciò che non è riuscito a fare Gasperini.
L’undici schierato col Chievo è stato lo stesso di Lille negli uomini, ma totalmente opposto nell’approccio. Catenacciaro in Francia, padrone del gioco ieri, l’assetto in campo è talmente equilibrato da risultare bivalente. Il ritrovato Chivu (giocatore di livello superiore se schierato nel suo ruolo naturale) ha restituito concentrazione e diligenza all’irriconoscibile Lucio di inizio stagione. Maicon ha ripreso il controllo della fascia a tempo pieno, dal primo al novantesimo minuto, aggiustando gradualmente la mira fino a sfiorare la rete, colpendo la traversa.
A fargli da contraltare sull’altra fascia Nagatomo: tanto diverso nell’aspetto e nel gioco rispetto al brasiliano da rappresentarne il perfetto complemento. L’asse Thiago Motta-Sneijder col passare dei minuti ha trovato intesa, permettendo al gioco dell’Inter di svilupparsi finalmente in verticale. Cambiasso ha impressionato per la presenza, spesso quasi contemporanea, nelle due aree di rigore. Il trentottenne Zanetti ha giocato ancora una volta da migliore in campo, garantendo la fisicità e il dinamismo tipicamente forniti dai ragazzini della rosa.
L’attacco non ha regalato emozioni indimenticabili ma la presenza di Pazzini e Zarate, anche nelle giornate-no, ha comunque “senso tattico”. Il Pazzo ha preso la solita vagonata di calci col suo mirabile lavoro di sponda, che permette ai compagni di guadagnare metri su metri. L’argentino sbaglia, si incaponisce fino a scartarsi da solo, ma il talento smisurato che ha richiama attenzioni su attenzioni, regalando preziosi spazi per gli inserimenti.
La strada intrapresa sembra quella giusta e il traffico congestionato in vetta alla classifica permette di sperare ancora. Alle porte c’è la trasferta in casa dei migliori nerazzurri della serie A: l’Atalanta. E’ tempo di ristabilire gli equilibri. Come farlo? “Squadra che vince non si cambia” recita un vecchio adagio del mondo del pallone. Il veterano Ranieri lo conosce senza dubbio.
Giovanni Cassese