Il successo nel derby di Manchester del City sullo United all’Old Trafford per 6-1 è un qualcosa che sa di clamoroso perché, dopo anni, ha segnato l’epilogo del dominio indiscusso (a livello cittadino e nazionale) da parte dei Red Devils e, come spesso capita in questi scherzi del destino, sono stati proprio i cugini del City a porre la parola fine. Artefice di questo successo, oltre ai soldi dello sceicco Mansour, è sicuramente Roberto Mancini. Il tecnico di Jesi non è nuovo a queste imprese e noi nerazzurri lo sappiamo molto bene.
Il Mancio a Manchester sembra aver intrapreso la stessa strada che ha percorso per riportare l’Inter a grandi livelli. Le similitudini sono molte: a inizio progetto le due squadre erano in una situazione pressochè identica, entrambe non riuscivano a vincere da anni ed erano ormai succubi della pressione e del dominio dei cugini. Il Mancio, come accadde con la prima Coppa Italia nerazzurra nel 2004–2005, ha riportato al successo il City l’anno scorso nella FA Cup. Certo, da sempre le coppe nazionali sono una specialità per il tecnico italiano. Infatti, prima da giocatore e poi da allenatore, non sono mai mancati successi in questa competizione. Inoltre, in Inghilterra, la coppa nazionale ha un valore maggiore rispetto a quella italiana ma, comunque, il fattore comune da non sottovalutare è che Mancini dopo anni di insuccessi è riuscito a ridare fiducia a entrambe le squadre e ai propri tifosi.
Ora, per completare il capolavoro inglese, gli manca la Premier che, dopo la vittoria nel derby non sembra un traguardo poi così difficile. Ecco un’altra similitudine con l’avventura nerazzurra: il dominio in campionato. Infatti, anche il primo scudetto sul campo dell’Inter fu caratterizzato da un dominio assoluto. Stesso percorso in Europa con il Mancio che incontra qualche difficoltà (problemi noti anche ai tifosi nerazzurri) e non riesce a ripetere in campo internazionale gli incredibili progressi fatti in campionato. Ciò nonostante, è doveroso ringraziarlo per quello che ha fatto per l’Inter e augurargli un grosso in bocca al lupo per il suo prosieguo in Premier. Per quanto riguarda la Champions, invece, caro Mancio, non diciamo niente perché lì, l’imbocca al lupo, lo facciamo a Ranieri.
Lorenzo Candotti