Ora le cose sono cambiate e anche la qualificazione in Champions sembra un lontano miraggio. Diciamolo chiaramente, la partita poteva essere già finita al 39′ del primo tempo quando Castellazzi ha steso Marchisio lanciato a rete. Rizzoli ha solo alimentato invano le speranze del popolo nerazzurro. Oggi è andato in scena uno degli ultimi atti di un gruppo di campioni che nel recente passato ci hanno dato tante soddisfazioni. Bisogna guardare in faccia la realtà.
Nell’analizzare la sconfitta, occorre partire da un dato emblematico: escludendo i gol, per ben cinque volte un giocatore bianconero si è trovato a tu per tu con Castellazzi. E dire che l’Inter non era partita male, aggredendo gli avversari, ma ancora una volta la retroguardia ha tradito alla prima occasione. Poi una volta rialzatisi, grazie alla rabbiosa reazione di Maicon, uno dei pochi a salvarsi, ancora l’immobilismo della difesa ha affondato ogni speranza.
La prestazione di Chivu è stata francamente disastrosa. Il rumeno, che si è lamentato varie volte del continuo utilizzo fuori ruolo, non ne ha azzeccata una. Vucinic e Matri hanno fatto il bello e il cattivo tempo, soprattutto nella prima frazione. Lucio, colpevole sul primo gol, si è “salvato” solo per qualche bel recupero e per le consuete cavalcate in avanti.
Non tutte le colpe vanno però addossate alla difesa. Anche il centrocampo, ormai da un pò di tempo, non riesce a fare filtro adeguatamente e si pone sempre il problema del partner da affiancare a Zanetti e Cambiasso: Stankovic e Motta sono continuamente alle prese con problemi fisici, Obi non ha ancora l’esperienza necessaria per giocare da titolare nell’Inter, Poli è un oggetto misterioso e Muntari ha già la valigia pronta.
Aggiungiamoci un Ranieri che è sembrato anche lui in giornata no e la frittata è fatta. In pochi hanno capito la sostituzione di Castaignos per Zarate all’intervallo. L’olandese (che, non dimentichiamolo, è un classe 1992) non è ancora pronto per sfide di questo livello.
Ora ci vuole l’umiltà giusta per ripartire. Parlare di scudetto non ha più senso. Urgono rinforzi di esperienza, non giovani di belle speranze. Per farsi le ossa ci sono tante squadre di provincia.