Milito esce tra gli applausi di San Siro dopo il gol che ha regalato la vittoria all’Inter. Scena vista e rivista in un contesto del tutto diverso: i nerazzurri vincevano tutto grazie ai trenta gol stagionali del bomber argentino, trascinatore dei compagni e della folla. Il numero 22 interista visto contro il Lille è sembrato un “Milito ignoto”: stavolta trascinato dai compagni, dall’allenatore e dal pubblico, riesce a trovare la rete, dopo aver sbagliato tutto lo sbagliabile, su una fantastica iniziativa del migliore in campo, il consueto (lui sì, di anno in anno) capitan Zanetti.
Milito è senza dubbio l’attore protagonista della rivisitazione in chiave nerazzurra di “Amarcord”. La parabola da miglior giocatore del mondo a bomber semifallito è stata tanto discendente quanto sorprendente. Ma non è stata la sola. Pensiamo a quella di Lucio, leader (non solo difensivo) della squadra campione di tutto e ora protagonista di almeno uno svarione a partita, o dei vari Julio Cesar, Maicon, Thiago Motta, più presenti in infermeria che in campo.
E di parabola in parabola si è arrivati al paradosso: l’Inter, la squadra schiacciasassi che dominava i campionati rimediando figure magre in Champions, ha collezionato più punti in Europa che in Italia, giocando la metà delle partite. Merito dell’esperienza che un tempo mancava; colpa dell’esperienza, sin troppa, che si riflette nell’usura dei campioni sempre più sul viale del tramonto.
L’innesto decisivo, in entrambe le fasi, di Samuel nella gara di ieri dimostra, una volta di più che l’utilizzo contingentato di tutti gli elementi della rosa permetterebbe a questa squadra di fare grandi cose. Purtroppo non è possibile dosare nessuno poiché i giovani che dovrebbero garantire continuità e riposo ai “vecchi”, sembrano aver ereditato proprio da questi ultimi l’abitudine agli infortuni.
La prestazione solida, più che entusiasmante, è frutto della bontà del lavoro di Ranieri, alle prese con una squadra lenta e orfana di talento. La vittoria dà morale, ma occhio ad alimentare troppe speranze. Sono state smentite fin troppe volte in questo inizio di stagione, che pare infinito. E’ ancora lontano il tempo in cui i vecchi, come nell’originale “Amarcord” di Fellini, possono accendere la “fugaraza” per festeggiare l’arrivo della bella stagione.
Quello sì che era un gran film!
Giovanni Cassese