Il momento di difficoltà della squadra, soprattutto in campionato, è causato da molti fattori che, sommati insieme, come se fossero una banale equazione matematica, danno come risultato finale un bel quart’ultimo posto in classifica. Una delle cause principali di questa situazione al limite del paradosso, per un club che negli ultimi sette anni ha dominato in Italia e vinto in Europa, è la riduzione dei fondi destinati al mercato.
Infatti la società, subito dopo la conquista dello storico Triplete, ha varato una politica di austerity per prepararsi all’introduzione del fair play finanziario. Decisione presa nell’illusione che si potesse continuare a vincere senza rinnovare la rosa. Scelta rivelatasi disastrosa, soprattutto nel momento in cui si è arrivati a (s)vendere i campioni per fare cassa, sostituendoli con giovani di belle speranze. La realtà, però, è che i nuovi arrivati hanno quasi sempre deluso le attese: basti pensare alla partenza di Balotelli, sostituito da Biabiany e Coutinho, o all’addio di Eto’o, rimpiazzato da Forlan.
Ad alimentare i dubbi su alcune strategie del mercato interista sono arrivate le parole del presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, che ha rivelato alcuni retroscena della trattativa che, nell’estate 2010, ha portato Edinson Cavani a vestire la maglia del Napoli. Ricordiamo che in quel periodo l’Inter stava cercando un sostituto di Balotelli, ceduto al Manchester City di Mancini per una cifra vicina ai 25 milioni di euro. La liquidità, dunque, non mancava ma i dirigenti nerazzurri si sono comunque lasciati sfuggire il giocatore. “Su Cavani – spiega il patron rosanero – c’erano il Manchester City e l’Inter. I nerazzurri pensavano di comprarlo per sostituire Balotelli, ma Branca, che pensa di essere il numero uno, voleva spendere due lire. L’unico che è venuto con un’offerta seria è stato De Laurentiis e sono stato felice di darglielo, all’Inter e al City avevo chiesto 20 milioni, lui me ne diede inizialmente 17 con la parola che qualora Cavani fosse stato quello che dicevo io, mi avrebbe dato un altro milione. Dopo un po’ di tempo mi richiamò e mi disse che il milione l’avrebbe aggiunto perchè Cavani effettivamente era quello che dicevo io. Quanto vale adesso?Vale 50 milioni…” .
Una bella frecciatina quella del presidente del Palermo che rivela come alla base del declino nerazzurro ci sia non solo il taglio dei fondi ma anche una cattiva gestione degli stessi. La sensazione è che siano lontani i tempi degli affari a parmetro zero (Julio Cesar, Cambiasso, Maxwell, Figo…) e delle scoperte low cost (Maicon).