Le tanto attese sentenze di primo grado della giustizia civile in merito al caso Calciopoli sono arrivate ieri sera. Il giudice Teresa Casoria ha condannato diciotto dei ventiquattro imputati. Tra tutti spicca la condanna a 5 anni e 4 mesi per il “manovratore” Luciano Moggi.
“Oggi non ho voglia di dire nulla. Non ho v0glia di fare battute“, queste le parole a caldo dell’ex dirigente bianconero subito dopo la lettura delle sentenza. Ci mancherebbe altro. Moggi, quasi certamente, non si attendeva questo esito dal processo. I suoi legali attenderanno i 90 giorni necessari per la pubblicazione delle motivazioni e poi procederanno al ricorso.“Dalle motivazioni potremmo capire cosa ha portato a questa condanna“, così si pronuncia il legale Maurilio Prioreschi.
In appello andranno anche Massimo De Santis e Paolo Bergamo, arbitro e designatore arbitrale, condannati rispettivamente ad 1 anno e 11 mesi e 3 anni e 8 mesi. Il primo ha dichiarato: “E’ una sentenza aberrante, non ci è stata concessa la possibilità di difenderci. Ci aspettavamo tutti una soluzione diversa, ma parlano le sentenze. E’ stata riconosciuta l’associazione e alcune frodi sportive“. Bergamo asserisce: “Non è una sentenza soddisfacente, va accettata in quanto tale. Ero convinto che potevamo aver demolito le tesi accusatorie. Il problema è stato che le intercettazioni della difesa di Moggi non sono state utilizzate correttamente. Dovevamo far capire che non abbiamo combinato nulla. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni e faremo i nostri passi in appello e in cassazione“.
Gli altri nomi illustri condannati dal processo di Napoli sono Claudio Lotito, i fratelli Della Valle, tutti ad 1 anno e 3 mesi. Il legale della Lazio, Michele Gentile, si è espresso in questi termini: “La notizia l’abbiamo presa male. Pensavamo di aver chiarito meglio le situazioni del processo. Aspettiamo di leggere le motivazioni. I processi di secondo grado ci sono perchè i giudici sbagliano, speriamo abbiamo sbagliato anche stavolta. Faremo un nuovo processo in appello”. I proprietari della Fiorentina dichiarano: “Siamo molto amareggiati anche se non troppo sorpresi, è una sentenza ingiusta contro cui faremo immediatamente ricorso, con la ferma determinazione di far valere i nostri diritti in tutti i gradi di giudizio”.
In tutto questo arriva anche il comunicato della Juventus che, dal processo civile esce senza alcuna condanna. La società bianconera, subito dopo la sentenza, ha pubblicato un nota nella quale afferma: “La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell’articolo 2049 c.c. Tale decisione, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l’unica società gravemente colpita e l’unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni. Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento”.
Ci sono altri due gradi di giudizio e, dunque, non si può parlare di sentenza definitiva ma una domanda ad Andrea Agnelli, alla Juventus, è doveroso farla: Luciano Moggi ai tempi di Calciopoli non era un dirigente della “Signora”? Insieme a Giraudo e Bettega non componeva la Triade che amministrava in tutto e per tutto la società bianconera (e il calcio italiano)? La verità è che a stridere non sembra tanto la sentenza quanto il comportamento dell’attuale dirigenza bianconera.