Dopo le roboanti dichiarazioni dei giorni scorsi di Zlatan Ibrahimovic, questa volta è Mario Balotelli ad offrire notizie. Infatti, l’attaccante del Manchester City ed ex Inter, nella conferenza stampa tenutasi nel ritiro della nazionale azzurra (ieri, ndr), ha parlato di molti argomenti con i giornalisti, dalla sua situazione in Premier ad un possibile ritorno in Italia, fino agli allenatori che più di tutti lo hanno aiutato a crescere. Infine, non poteva mancare un pensiero per il grande assente di queste convocazioni, Antonio Cassano.
“Faccio cose strane, a volte divertenti, ma non sono matto. Se sei famoso alla gente interessa di più la tua vita privata, ma a me dà fastidio tutto quel che si dice su questo argomento”. A parte questi episodi che coinvolgono la sua vita privata, Super Mario è entusiasta della sua esperienza oltremanica: “Quanto mi manca il campionato italiano? Zero. La serie A è calata, la Premier è un grande campionato e io gioco nella squadra più forte”. E quando gli si chiede di un suo possibile ritorno in Italia, Balotelli risponde così: “Nel mio futuro non vedo Italia. Se dovessi tornare, sarebbe in Lombardia… Il Milan mi piace, ma non avrei preclusioni a tornare all’Inter a condizione che la squadra torni competitiva e che i tifosi non mi sfascino l’auto”. Il merito del suo successo, va tutto a due persone: “Prandelli e Mancini hanno fatto cose importanti per me. Mi hanno migliorato sotto il profilo tattico e mi hanno dato serenità“. E Cassano? “Giocare con Antonio significa giocare con uno dei più grandi calciatori del mondo, per vari motivi non abbiamo giocato insieme, magari un giorno lo faremo. Io, lui e Rossi possiamo formare un terzetto che potrebbe entrare nella storia del calcio italiano”.
Certo, ora Balotelli gioca in una della squadre più forti e ricche del mondo, è il calciatore italiano più pagato con ben 7 milioni di euro all’anno e piano piano si sta affermando in Nazionale. A queste condizioni, a Manchester, starebbe bene chiunque. In Italia non avrebbe problemi a tornare nell’Inter, e i tifosi? Cosa ne penserebbero dopo che nella semifinale di Champions contro il Barcellona scaraventò con rabbia la maglia a terra? Quello fu un gesto che rimarrà indelebile nella storia. Mario vorrebbe un’Inter più competitiva. Ma quella del 2010 non lo era? In effetti i nerazzurri riuscirono a portare a casa “solo” un Triplete che entrò nella storia del calcio mondiale di tutti i tempi, laureandosi poi campioni del Mondo. Forse l’errore di Mario fu proprio questo, non sfruttare la grande occasione di continuare a giocare in una squadra già affermata con una storia vincente come è quella dell’Inter. Ora parla di un suo ritorno, ma non sarebbe morbido né per i tifosi, né tanto meno per lui. Meno complicata la strada che lo porterebbe sulla sponda rossonera del Naviglio, la più facile. Anche per questione di cuore.