“Faccio cose strane, a volte divertenti, ma non sono matto. Se sei famoso alla gente interessa di più la tua vita privata, ma a me dà fastidio tutto quel che si dice su questo argomento”. A parte questi episodi che coinvolgono la sua vita privata, Super Mario è entusiasta della sua esperienza oltremanica: “Quanto mi manca il campionato italiano? Zero. La serie A è calata, la Premier è un grande campionato e io gioco nella squadra più forte”. E quando gli si chiede di un suo possibile ritorno in Italia, Balotelli risponde così: “Nel mio futuro non vedo Italia. Se dovessi tornare, sarebbe in Lombardia… Il Milan mi piace, ma non avrei preclusioni a tornare all’Inter a condizione che la squadra torni competitiva e che i tifosi non mi sfascino l’auto”. Il merito del suo successo, va tutto a due persone: “Prandelli e Mancini hanno fatto cose importanti per me. Mi hanno migliorato sotto il profilo tattico e mi hanno dato serenità“. E Cassano? “Giocare con Antonio significa giocare con uno dei più grandi calciatori del mondo, per vari motivi non abbiamo giocato insieme, magari un giorno lo faremo. Io, lui e Rossi possiamo formare un terzetto che potrebbe entrare nella storia del calcio italiano”.
Certo, ora Balotelli gioca in una della squadre più forti e ricche del mondo, è il calciatore italiano più pagato con ben 7 milioni di euro all’anno e piano piano si sta affermando in Nazionale. A queste condizioni, a Manchester, starebbe bene chiunque. In Italia non avrebbe problemi a tornare nell’Inter, e i tifosi? Cosa ne penserebbero dopo che nella semifinale di Champions contro il Barcellona scaraventò con rabbia la maglia a terra? Quello fu un gesto che rimarrà indelebile nella storia. Mario vorrebbe un’Inter più competitiva. Ma quella del 2010 non lo era? In effetti i nerazzurri riuscirono a portare a casa “solo” un Triplete che entrò nella storia del calcio mondiale di tutti i tempi, laureandosi poi campioni del Mondo. Forse l’errore di Mario fu proprio questo, non sfruttare la grande occasione di continuare a giocare in una squadra già affermata con una storia vincente come è quella dell’Inter. Ora parla di un suo ritorno, ma non sarebbe morbido né per i tifosi, né tanto meno per lui. Meno complicata la strada che lo porterebbe sulla sponda rossonera del Naviglio, la più facile. Anche per questione di cuore.
This post was last modified on 10 Novembre 2011 - 12:14