Alla presentazione della sua iniziativa, il difensore ha avuto modo di parlare anche della situazione attuale dell’Inter e dell’argomento più in voga nelle ultime settimane, ovvero l’autobiografia di Zlatan Ibrahimovic. Partiamo proprio dal libro dello svedese, in cui si trovano accuse dirette allo spogliatoio dell’inter, reo di essere spaccato in clan. Cordoba ha preferito dribblare l’argomento con questa dichiarazione: “Anche Ibrahimovic conosce la sensibilità dello spogliatoio dell’Inter. E io lo devo ringraziare perché, quando era con noi e quando gli ho chiesto qualcosa per la mia Fondazione o per altre iniziative benefiche, non si è mai tirato indietro. Ha sempre dimostrato sensibilità, anche perché arriva anche lui da zone difficili. Poi, lo sappiamo, a volte si dicono delle cose per fare numeri, però io non cado nel tranello delle polemiche, non è il mio stile“. E soprattutto non è la serata ideale, di fronte a problemi così seri come le difficoltà dei bambini colombiani.
Il vice-capitano è poi passato ad analizzare il momento particolare dei nerazzurri. Queste le sue parole:“L’Inter ha voglia di continuare a lottare per grandi traguardi. Ora abbiamo l’umiltà e la semplicità di affrontare la situazione per quella che è, affrontando gara dopo gara. Abbiamo fatto così in Champions e abbiamo ottenuto una bella qualificazione, credo che ci farà bene anche per risalire la classifica del campionato. Parlare di scudetto? Ripeto, non dobbiamo avere paura della realtà, ci deve responsabilizzare. Adesso andiamo avanti passo dopo passo, poi vedremo. Io sono convinto che abbiamo la voglia e i mezzi per risalire la classifica, ma per ora penso al Siena”.
Sul rischio di una clamorosa esclusione dall’Europa che conta, Cordoba ha ammesso: “Noi sappiamo che ci viene segnalato questo pericolo, che l’Inter fuori dall’Europa è una cosa spiacevole per la società, ma anche per ogni singolo calciatore del nostro gruppo, quindi dobbiamo essere responsabili e migliorare, lavorare e migliorare”. Rimboccarsi le maniche è la parola d’ordine, perchè l’Inter di quest’anno, per sua stessa ammissione, non è e non può essere quella del Triplete.
Ha chiuso poi l’intervista parlando del suo futuro: “In Colombia per aiutare la mia gente, soprattutto i bambini, ma in Italia e spero all’Inter per tutto il resto. Smettere? Fin quando mi sentirò e mi faranno sentire importante per una squadra, non ci penserò. Infatti, non ci penso“.
This post was last modified on 25 Novembre 2011 - 14:43