La partita di sabato sera con l’Udinese è stata la conferma del fatto che quest’anno sarà una delle annate più difficili della recente storia nerazzurra. Una di quelle stagioni che iniziano male e potrebbero finire ancora peggio.
Il rischio di arrivare al massimo in Europa League è alto, ma è altrettanto alto il rischio di giocare solo il campionato, sperando che sia quello di serie A. Insomma, una situazione che dovrebbe lasciare nel letto insonni tutti gli artefici di questo scempio: società e squadra.
Come accade spesso, però, gli unici veramente preoccupati sembrano essere i tifosi. Al termine dell’ennesima sconfitta interna stagionale, la squadra è rimasta chiusa negli spogliatoi con lo staff tecnico e il presidente Moratti. Lo scopo era quello di responsabilizzare i giocatori, creando nuovi stimoli e cercando di dare una scossa. Messaggio non recepito da Alvarez e Zarate che, dopo la gara, avrebbero deciso di mitigare la “disperazione” post-sconfitta trascorrendo la nottata in discoteca.
Premesso che per i giocatori nerazzurri si trattava di “giorno libero” (e che quindi non c’erano violazioni dal punto di vista del regolamento interno), è inevitabile sottolineare come l’atteggiamento dei due argentini sia sembrato quantomeno fuori luogo, visto il periodo che sta attraversando la squadra. Soprattutto da parte di due elementi arrivati in estate con il compito di far cambiare marcia all’Inter.
Ebbene sì, siamo alle prese con quella sgradevole sensazione di ritorno al passato, senza un progetto tecnico degno di tale nome, con pochi punti conquistati sul campo e poche regole fuori dal campo. Possiamo solo augurarci che qualcuno intervenga in maniera decisa per invertire la rotta, perchè non vogliamo e, soprattutto, non ci meritiamo che questa situazione si trasformi in un deja vu, con Milan e Juve che si giocano lo scudetto e l’Inter che resta a guardare.