I punti di forza della squadra di Didier Deschamps sono: il fattore campo, con lo stadio “Vélodrome” che si trasforma in una bolgia infernale, una difesa solida (basti pensare ai soli 4 gol subiti nel girone eliminatorio) e un attacco in grado di cambiare il corso della gara con i colpi di Valbuena, Remy ed Ayew.
Remy è una punta duttile e rapidissima, in grado di ricoprire più ruoli nel reparto offensivo. Campione di Francia con il Lione nel 2007, sembra aver acquisito negli anni maggior maturità e consapevolezza dei suoi mezzi. Valbuena è un centrocampista offensivo di soli 163 centimetri compensati da un dribbling secco ed un destro terribile. Andrè Ayew è un’ala dotata di grande tecnica e velocità, ha realizzato ben 19 reti in poco più di 50 match ed è il figlio di Abedi Pelè, giocatore del Torino dei primi anni ’90.
L’OM riflette il carattere di Deschamps e proprio questo aspetto ha permesso ai transalpini di arrivare agli ottavi di finale, ribaltando il risultato nella partita decisiva del girone F contro il Borussia Dortmund, passando dal 2 a 0 al 2 a 3, grazie alle marcature dei tre gioielli sopracitati. La squadra viene schierata con un 4-3-2-1 che, all’occorrenza, può diventare un 4-4-2 o un 4-3-3. In Ligue 1, Les Phocéens (le fenici) hanno un andamento mediocre e occupano l’ottavo posto con 25 punti, a -11 dalle capoliste PSG e Montpellier.
I precedenti non sono a favore della Beneamata. Negli unici due scontri europei contro i francesi, in occasione dei quarti di finale dell’edizione 2003/2004 di Coppa Uefa, l’Inter è stata sconfitta sia all’andata che al ritorno per 1 a 0, sotto i colpi di Drogba fuori casa e di Meriem a San Siro.
Francesco Carini
This post was last modified on 16 Dicembre 2011 - 16:01