In occasione di un evento promosso dallo sponsor ufficiale Pirelli in corso Venezia a Milano, Diego Forlan ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport.
L’argomento principale non poteva che essere il derby di domenica sera. Una nuova sfida stracittadina per Forlan dopo quella di Madrid, che più volte lo ha visto protagonista. Per un giocatore che viene da un lungo infortunio, il derby può essere la partita ideale per riprendersi la scena: “Il derby è sempre una partita speciale, non solo nella mia situazione, dove significherebbe il rientro in campo dopo un lungo infortunio. Lo è per tutti i giocatori: una partita bellissima, dovunque, a Madrid, a Londra. Una gara che tutti i giocatori hanno sempre sognato di giocare”.
“Se c’è stato qualche tifoso che mi ha detto ‘Cacha facci vincere il derby‘? Certamente, in tanti all’uscita dal centro sportivo ad Appiano o in giro per la città. Tutti i giocatori che hanno giocato il derby di Milano mi hanno detto che questa partita è bellissima e che all’interno dello stadio c’è un’atmosfera straordinaria. Speriamo di vederla domenica”.
L’argomento derby si conclude con un’autocandidatura del “Cacha” per un posto da titolare domenica e con le rassicurazioni sulla consapevolezza dell’importanza della partita da parte del gruppo: “Sono pronto e non solo io, ma anche tutti i miei compagni, stiamo aspettando questa partita. Un match che sappiamo sarà difficile, contro il Milan, in una partita speciale, senza favoriti, diversa da tutte le altre. Sappiamo che questa partita è importante perchè è un derby, ma anche perchè è una partita e in quanto tale vale i tre punti, questo non dobbiamo dimenticarlo. E questi punti in questo momento sono più importanti per noi che per loro, per questo dobbiamo essere concentrati: sappiamo che il Milan ha giocatori importanti, con grande esperienza e se non sei al cento per cento possono far male”.
L’intervista continua con un’analisi delle difficoltà iniziali, personali e di squadra: “L’infortunio ha influito parecchio. È stato sicuramente il più lungo della mia carriera e l’ho sofferto tanto soprattutto perchè avevo giocato poche partite e, in quel momento, la squadra non stava andando bene e io non potevo dare il mio contributo. Non facevamo risultato, ma la squadra era convinta di poter fare meglio. Poi abbiamo cambiato allenatore, adesso stiamo conoscendo Ranieri e lui sta imparando a conoscere noi. Ora possiamo dire che la squadra sta facendo bene“.
In conclusione spazio anche a una curiosità personale rigurdante il tennis: “(ndr, sorride) Gioco da tantissimi anni a tennis, l’ho fatto in modo serio fino a 17, poi ho dovuto prendere la decisione difficile di scegliere tra il tennis e il calcio. Scelsi il primo, poi cambiai e tornai a giocare a calcio, poi abbandonai anche il calcio, tornai a studiare e poi scelsi di nuovo il campo. Adesso sono un calciatore, ma mi piace tantissimo il tennis e quando ho l’opportunità e non sono stanco lo faccio spesso. Sono amico di tanti giocatori e quando c’è l’opportunità lo faccio”.