Stiamo parlando di Walter Samuel, campione argentino tutto casa e asado, che si fa sentire davvero poco fuori dal campo ma che sul terreno di gioco si trasforma in un leader che non ha eguali per carisma e temperamento.
In una lunga intervista concessa ai microfoni di Inter Channel, il “Muro” nerazzurro ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera: dai tempi del Boca fino a oggi. Ecco le sue parole:
L’ESPERIENZA AL BOCA – “Del Boca sono sempre stato tifoso, ricordo ancora la prima volta che sono andato col Newell’s alla ‘Bombonera’, momento unico. Poi ho avuto la fortuna di vincere un campionato al Boca ed è stata una gioia enorme per me e la famiglia. Mi ricordo che mi presero all’ultimo giorno di mercato, ho deciso di corsa (sorride, ndr)”.
ROMA, LA PRIMA VOLTA IN ITALIA – “E’ stato un trasferimento atipico, perché mi hanno lasciato a giocare al Boca un anno in più. E’ stata una scelta più economica, per la mia famiglia. Hanno fatto tanti sforzi per me e ho voluto ricambiare. Però alla Roma ho passato anni fantastici ed è lì che è nata la mia prima figlia. E’ una squadra che porto nel cuore perché in giallorosso mi sono trovato davvero bene. Quando abbiamo vinto lo scudetto è stato indimenticabile”.
MADRID, IL SALTO DEFINITIVO – “Al Real è stato un bell’anno, lo rifarei anche se dietro soffrivamo un po’. Giocare lì è veramente unico, ma quando mi criticavano non cercavo scuse e provavo a migliorarmi. Siamo arrivati secondi, poi ho deciso di venire all’Inter”.
L’APPRODO ALL’INTER – “C’era Facchetti nel giorno del mio arrivo. Ricordo che è stato accanto a me a parlare, abbiamo fatto le interviste insieme, è stato un piacere. Un bel gesto da parte sua quello di starmi vicino, davvero. Ho voluto solo l’Inter, mi cercavano in tanti ma la società nerazzurra ha fatto uno sforzo maggiore e ha dimostrato di volermi più degli altri. In quel momento abbiamo avuto la fortuna di iniziare a vincere subito, era importantissimo”.
LA MAGIA DEL TRIPLETE e IL TERRIBILE INFORTUNIO – “Quell’anno è stato fantastico ma va messo in un cassetto perché ci stiamo giocando tanto anche quest’anno. Dopo l’infortunio contro il Brescia ho passato un periodo davvero duro. Meno male che è passato. Non sapevo come potevo rientrare, avevo sentito subito il dolore. Quando però il recupero è andato bene ho ripreso fiducia, ho capito che il calcio fa ancora per me, anche se divertirsi è una parola grossa perché giochiamo ogni tre giorni, ma giocare mi piace ancora. Per fortuna sono tornato e ora mi sento proprio bene”.
Alessandro Suardelli
This post was last modified on 9 Ottobre 2013 - 02:43