Ennesima vittoria dell’Inter e di Claudio Ranieri. La ritrovata solidità della coppia Lucio-Samuel, la rinascita di Milito, unite a quella straordinaria certezza che è Zanetti, sono le chiavi di questa serie di successi. Passano gli anni, ma tirano sempre loro la carretta. Onore anche alla Lazio che è venuta a Milano a giocare la sua partita, senza alcun timore.
La sfida inizia con le squadre ordinate, compatte, ben messe in campo, ma anche con poca cattiveria e con tantissimi errori in fase d’impostazione, soprattutto da parte dell’Inter. Alvarez non riesce a entrare in partita e il pubblico rumoreggia. Ranieri prova a guidarlo dalla panchina, trasformandosi in una sorta di joystick umano, ma per il ragazzo è proprio una serataccia. Chissà cosa pensa Sneijder comodamente seduto tra le riserve. Al 14’ Rocchi si trova a tu per tu con Julio Cesar: scivola il portiere, scivola pure l’attaccante che riesce, però, a toccare la palla quel tanto che basta per colpire il palo. Sospiro di sollievo tra i tifosi nerazzurri. Si replica al 30’ con Rocchi che stavolta insacca, imbeccato perfettamente da Ledesma. L’Inter sembra assopita, incapace di reagire, ma al 44’ ci pensa sempre lui: Diego Milito. Welcome back Principe.
Nella ripresa sono tante le novità: fuori Alvarez dentro Sneijder – per la gioia del Meazza – e Obi per Chivu. Il modulo diventa un 4-3-1-2. Viene così abbandonato il 4-4-2 dopo più di un mese e tanti punti in saccoccia. Nella Lazio c’è Matuzalem per Hernanes. Al 18’ arriva il raddoppio con una magia in pallonetto di Pazzini, lanciato quasi casualmente da Lucio. In gol entrambi gli attaccanti ed è un gran bel segnale. Rischia subito dopo l’Inter con Klose che sbaglia un rigore in movimento. L’ingresso di Faraoni (che rileva Milito), permette a Ranieri di cambiare ancora veste tattica ai suoi, proponendo un 4-4-1-1. La Lazio aumenta la pressione, prova a spingere, ma senza esito. Il quarto posto è nerazzurro.