Fredy Guarin ha ufficialmente iniziato la sua avventura con l’Inter. Il giovane portoghese, dopo aver familiarizzato con le tribune del “Meazza” in occasione del match giocato dai suoi nuovi compagni contro il Palermo, ieri ha svolto il primo allenamento (seppur differenziato, ndr) ad Appiano e ha rilasciato le sue prime dichiarazioni a Inter Channel.
L’ex Porto, arrivato a Milano con la formula del prestito oneroso (1.5 milioni di euro) con diritto di riscatto (fissato a 13.5 milioni), ha speso subito parole di elogio per la sua nuova squadra: “Sono felice, davvero felice di essere qui, in questa grande squadra. È un orgoglio per me, l’Inter è un’istituzione. Chi arriva in questo club sa di dover avere la mentalità da campione, non potrebbe essere diversamente. Questo accade per via di tutti i trofei che questo club ha vinto. Quando arrivi ti devi subito rendere conto che l’atteggiamento da avere non può che essere quello dei campioni, lo stesso che hanno i giocatori che sono già qui”. Tra questi c’è un suo connazionale, Ivan Ramiro Cordoba, che avrà un ruolo fondamentale nel percorso di ambientamento dell’ex Porto: “Lui è un esempio per me, per ogni giocatore colombiano. Sono contento di averlo trovato qui, tutti sanno che persona è e che valore ha, tutti sanno che cosa ha fatto per l’Inter“.
Nel corso della sua carriera Guarin ha indossato le maglie di Boca Juniors (2005-2006), Saint-Etienne (2006-2008) e Porto (2008-2012) e, parlando tre lingue, non si sente per niente intimorito di fronte alle domande in italiano dei cronisti: “Capisco un po’ di italiano ma è difficile da parlare. Ora però lo studierò, come ho fatto in passato negli altri Paesi in cui ho vissuto”. Nessuna paura neanche all’idea di misurarsi con la serie A: “Nelle squadre in cui ho giocato ho vinto dei titoli, nel Boca, ma soprattutto nel Porto, dove nel giro di tre anni e mezzo ho portato a casa con i miei compagni ben 9 trofei. Ora voglio vincere qui e sono convinto che ciò accadrà“.
Per il nazionale colombiano, che si è legato all’Inter fino al 2016, è sicuramente l’occasione della vita. Dopo le 90 presenze e i 16 gol con il Porto non vede l’ora di indossare la nuova maglia e dimostrare tutto il suo valore: “Per ora ho indossato la divisa nerazzurra solo per la foto ufficiale e già solo così è stata una grande emozione. Le mie caratteristiche? Sono un giocatore di una certa forza, un guerriero del campo, sono uno che lotta fino in fondo. La mia grande qualità è l’istinto di non mollare mai e lottare sempre. Poi cerco di fare giocate tecniche che possano servire alla squadra, gioco principalmente col destro ma senza problemi anche con il sinistro. Ora queste qualità cercherò di metterle a disposizione della squadra“.
Il 25enne di Puerto Boyacà, già ribattezzato dai tifosi come “il piccolo Stankovic” per la sua vena realizzativa dalla lunga distanza, nello scacchiere tattico di Ranieri potrebbe giocare sia da interno di centrocampo che da esterno nel 4-4-2, mentre nel 4-3-1-2 potrebbe essere utilizzato da mezz’ala e, in qualche partita, addirittura da trequartista. Sfortunatamente la sua avventura in nerazzurro non è iniziata nel migliore dei modi, complice una lesione al polpaccio curata in maniera approssimativa dallo staff medico del Porto: “Cercherò di essere pronto il più in fretta possibile – promette Fredy – Ho una grande voglia ma devo stare tranquillo per recuperare al meglio. Per ora mi sto sottoponendo alle terapie e sto facendo potenziamento e lavoro aerobico. Cercherò davvero di tornare il più presto possibile per dimostrare ai tifosi nerazzurri quello che valgo”.
Non resta che aspettare, con l’augurio che Fredy non faccia rimpiangere la partenza di Thiago Motta e possa diventare un pilastro della futura mediana nerazzurra.