Quest’estate è arrivato in sordina. Il suo arrivo è passato in secondo piano rispetto a quello, ben più celebrato dai media, di Forlan. Sei mesi dopo, forse è giunto il suo momento. Thiago Motta è partito e questo ragazzo, classe 1989, ha finalmente la possibilità di dimostrare in una grande piazza il suo valore. Spesso sono proprio gli acquisti che inizialmente non scaldano il cuore dei tifosi a rivelarsi gli affari migliori. Basti pensare a Cambiasso: in pochi si aspettavano dal Cuchu un rendimento così alto.
Poli nei primi mesi viene limitato da molti infortuni. La sfortuna sembra essersi accanita su di lui. Il debutto con la maglia nerazzurra è rimandato fino al 13 dicembre, quando l’Inter affronta il Genoa a Marassi. Per lui è un derby. Il centrocampista italiano non gioca male e, nonostante il lungo stop, dimostra di essere in una buona condizione.
La prima rete arriva già alla seconda presenza. L’avversario è lo stesso, la sua ossessione: il Genoa. La città ligure è una presenza fissa nella sua vita. Proprio il suo gol sarà fondamentale per il passaggio del turno di Coppa Italia. Claudio Ranieri inizia a guardarlo in modo diverso. Capisce che forse ha in casa il sostituto di Motta. Non bisogna, però, affrettare le tappe; il rischio di bruciarsi è molto grande. Già tanti giovani promesse si sono perse dopo i primi promettenti mesi (vedi Santon e, forse, Ranocchia). E’ giusto che dal mercato arrivino un altro giovane come Guarin e un veterano come Palombo, suo capitano alla Samp. Tra Zanetti, Cambiasso e lo stesso Palombo, il ragazzo si trova a imparare tra i professionisti più seri dell’intera Serie A.
Contro il Palermo risulta uno dei migliori. Tiene il campo con grande personalità. Il giorno dopo, poi, è inserito nella lista Champions, dalla quale Gasperini lo aveva escluso a settembre. Il futuro ora è nelle sue mani e in quelle di Claudio Ranieri.