Domenica alle ore 15 scenderanno in campo a San Siro Inter e Novara per la terza giornata di ritorno del campionato di Serie A. All’andata la disastrosa sconfitta per 3 a 1, rimediata al Silvio Piola, segnò la fine del breve periodo della gestione Gasperini. Oggi questa gara deve rappresentare una chiave di svolta, per salvare il salvabile di una stagione da dimenticare.
La debacle dell’Olimpico ha cancellato definitivamente quelle poche certezze tattiche che offriva il 4-4-2 tanto amato da Ranieri. Ecco perchè, con il rientro in campo di molti giocatori eccellenti (Forlan, Sneijder, Alvarez, Stankovic) e con l’imminente arrivo degli ottavi di Champions League, il mister cercherà di proporre un modulo capace di esaltare le caratteristiche dei pochi campioni rimasti in rosa, con l’obiettivo di ottenere finalmente un’Inter di qualità.
Qualche tempo fu lo stesso tecnico ad ammettere che l’idea di tornare al 4-2-3-1 di stampo mouriniano non sarebbe stata un’ipotesi da escludere. Per arrivare a questa soluzione, però, gli attaccanti, così come accadeva con lo Special One, devono dimostrare di essere pronti a sacrificarsi in fase difensiva, in modo da non far mancare quell’equilibrio tattico che sta alla base di ogni grande squadra.
Il primo test per verificare questa volontà sarà domenica pomeriggio contro gli ultimi della classe, quando Ranieri probabilmente riproporrà il rombo (primo passo verso il ritorno al vecchio e vincente 4-3-2-1). In quest’ottica sarà fondamentale il lavoro svolto da Diego Forlan, che avrà il compito di ripiegare quasi sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso, andando a coprire la fascia sinistra in quello che diventerebbe un 4-4-1-1 mascherato. Constatata l’allergia di Sneijder al ripiegamento, Ranieri si affiderà dunque alla duttilità dell’uruguaiano per permettersi qualche uomo di qualità in più senza sconvolgere gli equilibri della squadra.
Se l’esperimento dovesse riuscire a quel punto si passerebbe alla seconda fase, con il trio tutto fantasia Forlan-Sneijder-Alvarez alle spalle di un’unica punta (Milito o Pazzini). La speranza è che questo “ritorno alle origini”, risvegli la voglia e la cattiveria agonistica del gruppo perchè, nonostante le difficoltà incontrate finora, ci sono ancora una Champions da onorare e un terzo posto da conquistare.