Quando piove grandina. E quando grandina poi spesso nevica. In casa Inter è in corso una bufera apparentemente senza fine e l’impotenza di tutto l’entourage nerazzurro è tale da far sembrare Alemanno uno Yeti. Così la neve continua a scendere copiosa e ogni bambino, anche il più debole, quello costantemente preso a pallate dagli altri, si diverte a lanciare palle di neve sulla vecchia in caduta. E la vecchia continua a cadere, tra le risa di chi un tempo la temeva, perchè non può far altro. Perchè non ha la forza per camminare nella neve. L’Inter è solo una vecchia ingobbita abbandonata al suo destino. E’ un canone inverso in cui compagni di squadra agiscono sistematicamente in maniera antitetica. Senza però generare l’armonia del capolavoro di Morricone.
Non esiste antidoto tattico contro una squadra mal costruita. Qualsiasi nuova idea viene demolita dalla cinica prova del campo. Ma confidiamo che anche questa settimana ci saranno decine di tecnici a spiegarci come schierare l’Inter per farla tornare grande. Un pò come quelli che hanno filosofeggiato recentemente sull’inserimento necessario di Forlan, sull’accentramento di Sneijder, sulla bontà di Ranocchia rispetto a Cordoba o sul ruolo sbagliato di Pazzini, per dirne qualcuna. Tutte tesi plausibili, molte delle quali tra l’altro ci trovano d’accordo.
Ma la neve spazza via tutto. Ogni accenno di entusiasmo o briciolo di speranza lascia il posto alla constatazione di un fallimento fin troppo annunciato, relegando chi osserva a momenti di nostalgica rimembranza. Non più fischi da parte dei tifosi, ma cori inneggianti a un passato che non c’è più. Anche noi abbiamo idealmente gridato il nome di Josè, ma ci riesce difficile credere che un solo uomo possa salvarci dalla bufera. A meno che non arrivi in motoslitta e con renne finalmente capaci di correre…
Ma le bufere in fondo nascondono un lato sorprendentemente positivo: lavano tutto e demoliscono ciò che l’uomo non è stato capace di riparare dalle intemperie. Lasciamo che la natura faccia il suo corso…