Quella che l’Inter si troverà ad affrontare mercoledì al “Vélodrome” è una squadra solida e smaliziata, che ha ormai acquisito un’esperienza internazionale non indifferente. A dispetto di un inizio timido, i ragazzi di Deschamps hanno effettuato una rincorsa incredibile che li ha portati, in 2 mesi circa, al quarto posto in Ligue 1 (anche se in compagnia di Lione, Rennes, Saint Etienne).
In Champions League il cammino è stato più altalenante, ma è terminato in modo trionfale al “Westfalenstadion”. Dopo aver conquistato sei punti nei primi due match, Les Phocéens hanno un po’ mollato dopo il k.o. interno subito contro l’Arsenal al 90′ e, soprattutto, dopo la sconfitta rimediata con l’Olympiacos (sempre fra le mura amiche). In seguito a questo mezzo harakiri, i francesi sono volati a Dortmund per giocarsi l’entrata agli ottavi di finale e qui è probabilmente scattata la molla che li ha portati ad inanellare una serie impressionante di risultati positivi. Andati sotto per 2 a 0 per merito di Blaszczykowski e un rigore di Hummels, i transalpini hanno ribaltato il risultato con Remy, Ayew e Valbuena per il definitivo 3 a 2 che ha permesso loro di superare la fase a gironi.
Questa straordinaria prova di forza ha dato convinzione alle “Fenici”, che seguono fedelmente i dettami tecnico-tattici dell’ex tecnico della Juve. Schierati preferibilmente con un 4-3-2-1, che può diventare all’occorrenza un 4-3-3 o un 4-5-1, l’OM ha il suo punto di forza nell’attacco, dove i fratelli Ayew, Brandao e le volate offensive di Valbuena sono un pericolo costante per qualsiasi avversario; ma il suo tallone d’Achille è rappresentato dalla difesa con Diawara e N’Koulou che non sempre sono dei baluardi insuperabili (vedesi la rocambolesca rimonta subita contro il Lione quindici giorni fa). Altro punto da non sottovalutare è il fattore campo, con il “Vélodrome” che è una vera e propria bolgia, anche se le uniche due sconfitte europee sono arrivate proprio nel fortino del presidente Vincent Labrune.