L’avventura di Claudio Ranieri sulla panchina nerazzurra potrebbe essere giunta al capolinea. E’ questa, infatti, una parte del verdetto della partita di stasera; l’altra è l’ulteriore conferma del fatto che molti giocatori si trovano nella fase peggiore della loro carriera e che chiunque siederà sulla panchina nerazzurra dovrà fare di necessità virtù. Certamente anche Ranieri ci mette del suo: inspiegabile l’impiego di Stankovic e Forlan al posto dei sicuramente più vivaci Poli e Pazzini. La sostituzione di Sneijder all’intervallo, poi, ha dell’incredibile. L’unico effetto sarà quello di appesantire ulteriormente il clima nello spogliatoio.
Veniamo alla cronaca. Il primo tempo è completamente di marca azzurra. Sono almeno due le grosse occasioni per i partenopei: la prima capita fra i piedi di Dzemaili, la seconda sulla spalla di Cavani. L’Inter si rende pericolosa solo su calcio da fermo con Sneijder. Gli errori (o meglio gli orrori) in fase di impostazione sono tantissimi. La partita è un autentico tomento per il tifoso nerazzurro. Stankovic e Forlan sono impresentabili.
Nella ripresa Ranieri prova a cambiare le carte in tavola, ma il risultato ottenuto è come quest’Inter: va dimenticato al più presto. Addirittura il mister rispolvera la difesa a tre del mai rimpianto Gasperini. Al 58′ arriva il gol di Lavezzi, di gran lunga il migliore in campo, letteralmente imprendibile per i difensori della Beneamata. Almeno dopo il gol i tifosi hanno l’onore di vedere un minimo di reazione. Al 78′ Aronica stende Poli lanciato a rete: rosso diretto. In superiorità numerica l’Inter acquista un pizzico di fiducia. La partita è più equilibrata. Al 43′ Pazzini avrebbe l’occasione per l’immeritato pareggio, ma sbaglia clamorosamente da due passi. Come si suol dire: oltre al danno la beffa.
“Andate a lavorare” si cantava una volta nelle curve. Abbiamo troppo rispetto per questo gruppo per unirci al triste coro. Ma ci piacerebbe chiudere degnamente la stagione. Nelle ultime sette partite ha fatto più punti persino il Novara di Mondonico.