Al minuto 16 del secondo tempo di Inter-Catania, San Siro esplode in un boato sarcastico per salutare una sostituzione decisa da Ranieri. La lavagnetta luminosa lampeggia col numero 19 ed Esteban Cambiasso si appresta ad uscire dal campo di gioco. Col capo chino, consapevole che qualcosa stavolta è andato storto, si accascia in panchina e scoppia in lacrime.
A due giorni dallo strano evento che ha colpito il centrocampista argentino, simbolo di tante battaglie, ogni tifoso nerazzurro nella sua mente si è chiesto cosa avesse mai combinato il “Cuchu” per meritarsi un trattamento simile. Eh sì, perchè un periodo di appannamento può capitare, anche a quegli eroi che nel 2010 avevano alzato al cielo 5 trofei in 12 mesi.
Un’annata storta, però, non può cancellare 8 anni di onorato servizio: 337 presenze e 42 gol non si dimenticano facilmente e trasformare Cambiasso nell’unico capro espiatorio del disastro nerazzurro è un comportamento meschino, figlio dell’esasperazione più che della mancanza di gratitudine verso un campione che ha dato tutto ai colori nerazzurri.
Le lacrime dell’argentino sono comunque un ottimo pretesto di riflessione per chi ha dimostrato di avere la memoria corta e si è reso protagonista di un episodio difficilmente giustificabile. Non a caso, nelle ultime ore tantissimi tifosi della Beneamata (quelli veri) si sono preoccupati di far sentire la propria vicinanza al “Cuchu” che, commosso, ha ringraziato tutti con un comunicato sul suo sito ufficiale:
“Sono stato davvero colpito dalle tantissime dimostrazioni d’affetto, ricevute in questi giorni e mi fa piacere ringraziare tutti quelli che hanno voluto farmi sentire il loro appoggio. L’altra sera, a San Siro, ho avuto una reazione emotiva, nata dal grande amore che ho per la mia professione e coincisa con un momento difficile dell’Inter. Chi mi conosce sa che cosa ho provato e che cosa provo. Sa quanto ho lavorato in carriera, sul campo, per arrivare dove sono arrivato, mettendo sempre gli interessi della squadra davanti a me stesso. E per rispondere alle tante strumentalizzazioni, usate come luoghi comuni in quest’ultimo periodo, non ho timore a confessare che, l’altra sera, mi sono anche tolto un peso: così nessuno potrà più dire che sono intoccabile. Tranquilli, da questa situazione sono già ripartito, convinto che mi aiuterà a trovare ancora più forze e stimoli. Grazie ancora per i bellissimi messaggi”.
Niente più lacrime Esteban, in una calcio fatto di giocatori pronti ad abbandonare la nave alle prime difficoltà, sono altri quelli che dovrebbero piangere per l’Inter.