“Adesso programmeremo settimana dopo settimana il nostro lavoro per affrontare una gara dopo l’altra. Per rispetto dei tifosi non possiamo parlare di terzo posto o cose di questo genere. Ci siamo riempiti fin troppo la bocca, cerchiamo di fare tutto con professionalità perchè il nostro è un gruppo unito, compatto. I ragazzi continuano a credere in quello che stanno facendo, si impegnano in allenamento, che poi in partita non stia andando come vogliamo questo è palese. Nello sport capita di vivere momenti così, ma noi non molliamo“.
A questo punto diventa inevitabile fare anche qualche considerazione sulla qualità della rosa nerazzurra: “Ora siamo questi e sta all’allenatore cercare di tirare fuori il meglio possibile da questo gruppo. Non ci sono gli uomini per giocare meglio, certamente. Se mi riferisco a Thiago Motta? Non si può trattenere un giocatore che chiama ogni giorno il presidente perchè vuole andare via. Avremmo potuto farlo? Si è visto a Napoli che ricadute si possono avere in questi casi…”.
Sul mancato ingresso di Forlan, Ranieri poi precisa: “La mia scelta è stata frutto di un ragionamento tattico. In settimana con Diego abbiamo parlato di idee del calcio e di come poterci venire incontro. Diego non si è rifiutato di entrare in campo, gli avevo chiesto di fare un certo tipo di lavoro e lui non se la sentiva. Che tipo di lavoro? I gradoni dello stadio (sorride, ndr). Dall’esterno si possono avere delle impressioni, ma sono sbagliate. Vivo da oltre 40 anni nel calcio, sappiamo che è un anno no, ma non ho mai trovato una società, uno spogliatoio e un gruppo di lavoro come quello dell’Inter. Avreste dovuto vedere i calciatori il giorno dopo l’eliminazione dalla Champions. Tutti presenti, nessuno che avesse male all’orecchio o ai capelli, come invece mi è capitato di trovare in carriera. E’ facile sorridere ed esserci quando si vince, ma si è presidente, società, allenatore e giocatori anche in queste situazioni e qui all’Inter lo sono tutti”.