“È un orgoglio essere all’Inter, qui è pazzesco il binomio tra qualità della Società e familiarità, e mi piace, mi piace molto. Sono felicissimo di essere qui e voglio fare bene. Mi ritengo una persona semplice, venuta dal niente, con valori sani e principi sani. E qui sto bene: mi sono sentito subito a casa, mi sono trovato bene per quanto mi hanno trasmesso tutti, da Samaden ad Ausilio, da Branca a Paolillo, fino al presidente Moratti: è davvero una famiglia questa, che ti entra dentro. È bello fare parte di questa famiglia, fa sentire bene. E poi lo spessore di questi uomini, e dico uomini ancor prima di calciatori, è enorme”.
Con i suoi ragazzi Stramaccioni proverà a invertire la rotta, senza mai perdere di vista l’umiltà e il rispetto: “Posso preparare anche 100 partite ma se i ragazzi non le mettono in pratica, non sono nulla, la mia resta una lettera morta, non posso mettere in pratica nulla io da solo. Loro seguono me, io seguo loro, io li rispetto e loro mi rispettano, perché questa è stata la scelta del presidente, della società. Ma da solo non posso nulla, senza i miei giocatori. Spero di ripagare il presidente Moratti e i tifosi, perchè tutto è bello e si può parlare di tante cose, ma alla fine conta solo vincere“.