La morte di Piermario Morosini ha scosso l’intero mondo calcistico, suscitando dolore e tristezza nel cuore di tutti. Oltre agli interisti Zanetti e Ranocchia, sono stati molti i personaggi dell’universo pallonaro a ricordare candidamente il mediano classe 1986 del Livorno, morto ieri pomeriggio in campo alla mezz’ora di Pescara-Livorno, quando il Moro e i suoi compagni stavano conducendo 2-0 sulla squadra di Zeman. Molti hanno ricordato il suo difficile passato segnato dalla morte dei genitori e del fratello mentre stava spiccando il volo nel calcio che conta. Altri invece, si sono concentrati sulla sua voglia di emergere e quella grinta che metteva da parte solo dopo il novantesimo. Dal medico sportivo del Pescara Ernesto Sabatini, che è stato il primo a soccorrerlo, a Pietro Leonardi, colui che lo portò a Udine all’età di 19 anni. Anche l’allenatore del Lecce Serse Cosmi, il patron dell’Udinese Giampaolo Pozzo, Baronio e Marchisio, suoi ex compagni ai tempi dell’under 21, e il presidente del Livorno Aldo Spinelli hanno espresso il loro cordoglio.
Queste le parole del medico sociale del Pescara, Ernesto Sabatini: “Ci siamo subito resi conto che era in arresto cardiaco e abbiamo immediatamente iniziato il massaggio, in attesa che arrivassero l’ambulanza e i soccorsi. Poi ho saputo che il ragazzo non si è mai ripreso, nonostante al pronto soccorso gli fosse stato applicato un pacemaker provvisorio. Dopo un coma farmacologico di circa mezz’ora è subentrata la morte. E’ stato fatto tutto il possibile, non c’era altro da fare. Noi abbiamo visto questo ragazzo che sembrava scivolare, poi si è rialzato, poi ha avuto tipo delle convulsioni e si e’ accasciato. Sono entrato subito in campo e quando l’ho soccorso era già rigido. Vedremo dopo l’autopsia le cause certe del decesso“.
Toccante il ricordo di Pietro Leonardi, amministratore delegato del Parma: “E’ assurdo, terribile. Sapevamo che era in coma, aspettavamo un miracolo che invece non c’è stato. Sono stato io a portarlo a Udine, ricordo gli occhi di felicita’ quando lo andammo a prendere. Ha avuto vari problemi, ne ha passate tante, gli ero vicino quando gli è accaduta la disgrazia del fratello ed era quasi lui a confortare me. Non ci sono parole, non so esprimere altri giudizi, non mi pare vera una cosa così. Penso e mi auguro che sia davvero una fatalità. A livello di società posso dire che la scrupolosità nelle visite è andata sempre avanti, è paradossale tutto questo. Giusto fermarsi? Chi pensa il contrario non merita neanche di essere preso in considerazione. Io ho solo voglia di tornare a casa e non di scendere in campo”.
Anche Serse Cosmi, allenatore del Lecce, ricorda con affetto Morosini: “Quando è venuta fuori la notizia sono rimasto sconvolto. Piermario è un ragazzo che ho avuto a Udine a 18-19 anni. La vita lo aveva messo davanti a situazioni più grandi di lui ma era di una tranquillità assoluta. L’ho fatto esordire con l’Inter in una partita che perdevamo 1-0 nel primo tempo. Lui veniva in panchina per la prima volta, avevamo bisogno di uno che organizzasse il gioco. Poi ha proseguito nella sua carriera anche se ha raccolto meno di quello che meritava. Forse il destino lo ha portato a ricondursi ai propri familiari, l’unica cosa positiva che posso pensare è che adesso sia felice. Stop ai campionati? Giusto fermarsi e riflettere non tanto su queste morti perché una spiegazione è difficile ma per un ragazzo che non c’è più“.
Shockato il patron dell’Udinese Giampaolo Pozzo, proprietario del cartellino di Morosini: “E’ una delle giornate più tristi della mia carriera nel calcio. E’ una notizia terribile perché era da diversi anni con noi, l’avevamo preso dalle giovanili dell’Atalanta oltre sei anni fa. Dal 2005 ha giocato con noi ed io me lo ricordo come un ragazzo molto serio, molto professionale ed anche bravo. Quest’anno l’abbiamo tenuto fino a gennaio poi eravamo super affollati ed è andato in prestito al Livorno. Poi questa notiza che ci ha lasciati scossi. La squadra e l’allenatore si sono rifutati di scendere in campo. Abbiamo sentito l’Inter, non hanno avuto un attimo di esitazione nel dire che non si poteva scendere in campo. In una giornata così triste non c’era nessuna forza per partecipare ad una partita“.
Roberto Baronio, ex calciatore e compagno di Morosini all’Udinese, ricorda così il giocatore deceduto sabato pomeriggio: “Quando ero a Udine, Mario arrivò dalla Primavera. Era un ragazzo d’oro, aveva perso i genitori e un fratello. Il destino gli aveva portato via la famiglia, e il destino ha portato via lui“. Anche Claudio Marchisio è sulla stessa lunghezza d’onda dell’ex laziale: “Non so cosa dire, pensare ad un amico oltre che collega. Non sono sicuramente la persona che lo conosceva meglio ma posso dire che era un ragazzo straordinario. Quante sfide fatte con lui nel settore giovanile, poi l’Under 21 insieme. Ci mancherai tantissimo Piermario”.
Infine, le parole di Aldo Spinelli, presidente del Livorno: ”Siamo tutti a terra. Per noi è un momento durissimo, dal quale dovremo provare a uscire tutti insieme. Dobbiamo avere coraggio ma adesso siamo in stato confusionale. Purtroppo contro il destino non c’è niente da fare”.