Il calcio è questo: sei finito e da vendere quando le cose non vanno e salvatore della patria dopo una giornata super.
E’ stato un Wesley Sneijder formato Triplete quello che ha rilanciato l’Inter nella corsa al terzo posto. Decisivo come non lo era mai stato in questa stagione più nera che azzurra, sia per i risultati personali, sia per quelli di squadra.
Dopo un’estate, quella scorsa, passata con le valigie in mano, c’è stato l’arrivo di Gasperini prima e quello di Ranieri poi. Con entrambi gli allenatori, Wes doveva essere il fiore all’occhiello della compagine nerazzurra, ma il campo ha detto altro: grandi problemi nel trovare la posizione più adatta all’olandese nel 3-4-3 di Gasp e nel 4-4-2 dell’allenatore romano; in più i diversi infortuni, tutti all’apparenza di piccola entità, che lo hanno tenuto ai box per tanto tempo.
Con l’avvento di Andrea Stramaccioni, Sneijder è ritornato in campo a Firenze per qualche minuto e partito titolare ad Udine, dove ha offerto una prestazione di spessore. Al Friuli si è assistito ad un’evoluzione enorme rispetto al giocatore visto negli 8 mesi precedenti; qualcosa è cambiato sicuramente in Sneijder ma, soprattutto, nel suo nuovo allenatore. Stramaccioni, alla prima buona occasione, lo ha lanciato titolare, dandogli completa libertà di azione e la possibilità di giocare da semplice trequartista e non largo sulle fasce con il compito di crossare e ripiegare. La fiducia riposta nel numero 10 è stata ampiamente ripagata con 2 gol e preziose giocate che hanno permesso all’Inter di portarsi a sole 3 lunghezze dall’ultimo posto utile per accedere alla prossima Champions League.
Per raggiungere questo obiettivo, la Beneamata ha bisogno del genio della fantasia dell’olandese, quel campione che aveva fatto perdere le sue tracce in questa stagione disgraziata. La speranza è quella che possa essere ritornato nel momento opportuno per salvare, almeno in parte, un’annata che, senza terzo posto, sarebbe del tutto fallimentare.