Partiamo dal brasiliano: “Intanto segnatevi questa: Lucio sarà il migliore in campo, domenica sera. A Parma non ha fatto il solito errore da cavallo che parte lancia in resta: è stato più un errore tecnico, ha sottovalutato la pericolosità di Giovinco in fase di pressing. Cosa ha detto dopo? Ha solo alzato la mano e chiesto scusa, a tutti”.
Interrogato sulle ragioni dello scarso rendimento delle punte in questa stagione, ha tracciato una panoramica dei suoi rapporti con Pazzini e Forlan: “Mi preoccuperei di più se Pazzini non si presentasse mai davanti alla porta e invece ogni volta che è entrato ha inciso, pur senza segnare. Gli ho chiarito perché non lo vedo con Milito, lui non è stato contento, ma credo che quando le nostre strade si separeranno, potrà dire che sono scarso come allenatore ma onesto come uomo. Ho parlato anche con Forlan e lui non mi ha mai detto: ‘Mister, le sue sono le scelte di un pazzo’, anche se gli ho spiegato che se fossi un giornalista penserei di lui quello che pensate voi. La differenza è che io lo vedo allenarsi: non molla mai, ed è benvoluto da tutti”.
Oltre alla sconfitta la trasferta di Parma ha lasciato in dote un altro spiacevole episodio: la rabbia di Dejan Stankovic al momento del cambio. Questa è la sua visione dei fatti: “Una cosa è la voglia di aiutare la squadra e, sarò presuntuoso, anche me. Un’altra le condizioni fisiche: Deki era già al limite a fine primo tempo e dopo aver rinunciato a Nagatomo, non potevo cambiare un altro e poi rischiare di dover fare uscire pure lui 10 minuti dopo, perdendo così la carta Pazzini. Dejan poi me l’ha confessato: ‘Ho visto che dovevo uscire io e non ci ho visto più’. Ma lui fa il giocatore, io devo fare l’allenatore e in quel momento la partita dovevo cambiarla io, con Zarate e un altro sistema di gioco”.
Passiamo, infine, al Milan: “Credo che il Milan abbia accusato un minimo contraccolpo dopo l’eliminazione dalla Champions, ma sono stati bravissimi a non mollare. E’ la nostra partita: voglio coraggio e cuore. Sarà banale, ma è la parola che riassume tutto ciò che non si allena: è la vera arma in più che hai dentro”.
Le dichiarazioni più importanti riguardano il suo futuro: “Moratti è libero di scegliere come meglio crede e io credo che lui abbia già deciso cosa fare: è bravo a depistare, ma ho la sensazione che abbia già le idee chiare. Alla Primavera non torno: avrei potuto pensare ad un secondo anno se non fosse successo tutto quello che è successo, ma per un fatto di mio percorso personale, no, non sarebbe giusto tornare indietro“. Se non è un aut aut poco ci manca.
This post was last modified on 4 Maggio 2012 - 16:55