Andrea Stramaccioni, allenatore dell’Inter classe 1976, nel giro di due mesi è passato dalla vittoria della Next Generation Series con la squadra Primavera alla guida della prima squadra.
Ospite del programma “Prima Serata” su Inter Channel, il tecnico nerazzurro ha parlato di vari argomenti, dalla sua “promozione” ai progetti per il futuro. Il tutto condito da quell’incoscienza tipica di chi non ha ancora realizzato l’accaduto, pur essendo consapevole di avere i requisiti necessari per svolgere al meglio il proprio compito.
Dopo qualche battuta per rompere il ghiaccio (“sembra di guardare l’allenatore dell’Inter… “, esclama divertito “Strama” mentre sullo schermo scorrono le immagini del suo esordio sulla panchina nerazzurra) si passa subito ad affrontare il discorso del rapporto con Moratti e di quella scelta “folle” di affidargli la guida della prima squadra: “Non so se follia è la parole giusta, ma c’è una sorta di imprevedibilità, a volte anche con me stesso. Credo, e lo vedo anche sui miei calciatori, che ci sia una parte razionale e una parte che sfugge anche al tuo di controllo, qualcosa che va da sola, che hai dentro e che non hai imparato da nessuna parte. Questo è proprio il valore aggiunto, quella diversità che mi ha consentito di essere qui o magari di convincere il presidente: credo di averlo colpito con questa parte di me, non con la razionalità. Ma questa è solo una sensazione…”
L’intervista procede e inevitabilmente si comincia a parlare di programmazione in vista del prossimo campionato: “In questo lavoro esistono pochi momenti di stacco perchè finito il calcio giocato, inizia quella che è la fase più delicata, più complicata, soprattutto per me perchè so bene che, una cosa è gestire nove partite, un’altra è programmare una stagione dall’inizio. In questo, il presidente Moratti in primis, poi Marco Branca e Piero Ausilio stanno lavorando insieme con me già da qualche tempo“. Prossima stagione che, purtroppo, non vedrà l’Inter calcare i palcoscenici della massima competizione continentale: “Europa League? È l’Europa, quella piccola, ma l’importante è che l’Inter ci sia. Faremo di tutto per arrivarci fino in fondo, senza alibi“.
Ovvimente si cerca di andare sull’argomento mercato ma il mister, che davanti alle telecamere ricorda un altro maestro della comunicazione ben noto ai tifosi nerazzurri, riesce a svicolare raccontando un simpatico aneddoto familiare: “Finita una riunione con il presidente Moratti, ero in auto con mio fratello e mia moglie, che sono un po’ i miei confessori, e parlavo di un nome piuttosto che di un altro. Mio fratello ha iniziato a ridere e mi ha detto ‘Andrea, sembra l’asta del fantacalcio’, invece era la realtà“.
L’intervista si chiude con una domanda diretta sull’uomo più che sul professionista: “Se sono cambiato da quando sono diventato l’allenatore dell’Inter? Mia mamma mi ha detto che stavo dimagrendo un po’ troppo… battute a parte, posso dirlo quasi con certezza, credo di essere sempre me stesso e chi mi conosce lo sa. Certo, lavoriamo al top, è diversa tutta la mia professionalità, è più sollecitata, ma l’Andrea uomo è sempre lo stesso“.
This post was last modified on 18 Maggio 2012 - 14:13