E’ il 6 luglio 2011 quando il Vélez Sársfield, club argentino, ufficializza la cessione di Ricardo Gabriel Avarez all’Inter per 5,5 milioni di euro più 4 di bonus legati agli obiettivi raggiunti dalla squadra e dal giocatore, con un contratto quinquennale da 1,8 milioni di euro a salire a stagione. Il club argentino conserva il 10% del cartellino del calciatore, che verrà acquisito dall’Inter dopo 80 presenze di Álvarez in prima squadra; in caso di un’eventuale cessione, il 10% del nuovo costo del cartellino verrà lasciato al Vélez.
Premessa doverosa per giustificare l’investimento di Massimo Moratti su uno dei giocatori più promettenti del calcio sudamericano: il trequartista argentino, non è stato pagato 12-15 milioni come molti malinformati sostengono, bensì solo 5,5. Vista la scialba stagione interista, non è stato al momento pagato alcun bonus al Vélez. Detto ciò, ripercorriamo insieme la stagione di Ricky.
Durante la presentazione ufficiale, Alvarez esprime la volontà di poter indossare la maglia numero 11 sottraendola così a Muntari. Esordisce ufficialmente il 6 agosto 2011, in concomitanza con la sconfitta rimediata per 2-1 in Supercoppa italiana ad opera del Milan. L’11 settembre debutta in campionato subentrando a Esteban Cambiasso nella sconfitta per 4-3 contro il Palermo. Tre giorni più tardi, debutta in Champions League nella sconfitta casalinga per 0-1 contro il Trabzonspor.
Segna il suo primo gol con la maglia dell’Inter proprio contro i turchi nella gara di ritorno pareggiata 1-1, finalizzando a rete una triangolazione con Milito e assicurando così il primo posto matematico ai nerazzurri, con una giornata d’anticipo. Il primo gol in campionato arriva il 21 dicembre nella sfida vinta per 4-1 contro il Lecce mettendo a segno il quarto gol dei nerazzurri, dopo aver fornito un assist per il secondo gol firmato dal solito Milito. Si ripete in seguito il 25 aprile in trasferta contro l’Udinese firmando la rete del definitivo 1-3. Per il talentuoso argentino, 29 presenze complessive condite da 3 gol.
Soprattutto ad inizio stagione, Alvarez è stato criticato per il suo passo troppo cadenzato e macchinoso per il calcio italiano, abituato a ritmi più spigliati dei suoi. Con il passare delle partite però, è riuscito a colmare questa sua lacuna con la grande tecnica che lo contraddistingue, anche se complessivamente la sua stagione non è stata sufficiente. Troppi alti e bassi per un giocatore che avrebbe dovuto fare la differenza. Quando gli sprazzi di Maravilla sono emersi però, si sono rivelati spesso letali, come a Udine e in casa contro il Lecce.
In una stagione travagliata per tutta la squadra, è normale che un giovane come Ricky abbia avuto delle difficoltà nell’inserirsi in un ambiente complesso come quello del calcio italiano. L’anno prossimo sarà uno dei tasselli da cui Stramaccioni partirà per costruire la sua nuova Inter, con tanta tecnica, qualità e quel pizzico di Maravilla che non guasta mai.