Doveva sostituire Samuel Eto’o, compito pressoché impossibile per qualunque giocatore di questo pianeta, e ha fallito sotto tutti i punti di vista. Definire “sfortunata” la sua esperienza in maglia nerazzurra è riduttivo. Raramente si è visto un giocatore tradire così le aspettative.
Riepiloghiamo le tappe della sua avventura. Arriva a Milano il 29 agosto per firmare due giorni dopo il suo contratto con l’Inter, scegliendo proprio il numero 9 che fu del “Re Leone”. Il 1° settembre viene inserito in lista UEFA; la dirigenza nerazzurra e lo staff del calciatore dimenticano, però, che Forlan ha già giocato il preliminare di Europa League con l’Atletico Madrid. Una svista clamorosa che costringe l’Inter ad affrontare la Champions con la coperta molto corta nel settore offensivo per tutta la fase a gironi. Peggio di così non si poteva iniziare.
Resta il campionato. In quasi tutte le aste fantacalcistiche è il pezzo pregiato, il bomber designato della Beneamata che non dovrebbe saltare una partita perchè tanto in Champions non può giocare. Sappiamo tutti com’è finita. Nel debutto contro il Palermo segna un gol. Le restanti partite diventano, però, una lenta agonia.
Tutti gli allenatori provano a dargli fiducia, mettendo a dura prova i nervi dei tifosi. Ranieri lo schiera in ogni posizione del campo e Forlan riesce a giocare male in tutte. In più di un’occasione viene coperto dai fischi di San Siro. Gli infortuni non lo aiutano di certo. Non riesce mai a giocare con continuità. Strama ammette candidamente le difficoltà nel gestirlo.
Non sappiamo se lo vedremo anche il prossimo anno. Lui ha fatto sapere di voler restare; l’Inter preferirebbe salutarlo. Se dovesse rimanere di una cosa siamo sicuri: il fondo è già stato toccato. Si può solo risalire. Una stagione sfortunata può capitare.