Zarate inizia il campionato da titolare, quando Gasperini intravede in lui e Forlan gli uomini giusti per fare i tornanti nel suo strampalato modulo. Maurito dura trentaquattro minuti, prima di lasciare spazio a Sneijder, sacrificato in panchina all’altare di un difficilmente comprensibile credo tattico. L’arrivo di Ranieri “rivitalizza” l’argentino che da lì in poi farà un sacco di cose apprezzabili: prima segna il gol della vittoria a Mosca contro il CSKA, poi fa la spola tra tribuna e panchina, gli unici ruoli che realmente gli si addicono. Nel finale di stagione Stramaccioni riesce finalmente a gestirlo al meglio. Quando l’infermeria è piena, Strama dà fiducia all’argentino, che lo ripaga con un paio di gol e prestazioni quantomeno sufficienti. E’ in quel periodo che cominciano ad essere ventilate spaventose prospettive di riconferma. Ma le paure vengono presto smorzate: col ritorno di Sneijder e Alvarez, Zarate viene nuovamente relegato ai bordi del campo e le dichiarazioni possibiliste sul suo riscatto man mano diventano merce sempre più rara. Sedotto e abbandonato, per lui il riscatto non arriverà mai.
Ciao Maurito! Non ci mancherai affatto.
This post was last modified on 26 Giugno 2012 - 03:31