Per alzare la coppa l’Inter ha dovuto superare alcune tra le formazioni giovanili più forti d’Europa: “Quelle con Sporting Lisbona e Ajax sono state le partite più difficili – ammette Andrea –. Forse proprio il match contro i portoghesi, giocato a Lisbona contro una squadra che non aveva mai perso, ci ha dato la consapevolezza di poter andare lontano. Abbiamo preparato ogni partita alla perfezione, con video e schede sugli avversari. Anche la sera prima della finale abbiamo passato due ore a studiare l’Ajax. Il mister (Stramaccioni, ndr) è un mago nel prepare ogni singola partita nei dettagli“.
Proprio per questo, il capitano nerazzurro non si è stupito quando Moratti ha deciso di assegnare la panchina della prima squadra al giovane tecnico romano: “Tutto quello che ha fatto Stramaccioni, l’ha fatto in maniera eccezionale. Sapevamo che avrebbe fatto strada e penso che si sia meritato la ‘promozione’ nell’Inter dei grandi“.
Tornando al match vinto contro gli olandesi, il centrocampista nerazzurro spiega come il fatto di tornare nello stesso stadio (il Brisbane Road, ndr) in cui l’Inter aveva perso 7-1 all’esordio contro il Tottenham abbia rappresentato uno stimolo in più per tutti i suoi compagni: “Il rischio era quello di essere un po’ bloccati mentalmente perchè quella sconfitta è stata come una pugnalata. Ma noi siamo rimasti uniti e abbiamo fatto in modo che quel 7-1 ci desse una carica in più per prenderci la rivincita”.
Una carica che, se possibile, è aumentata dopo l’espulsione di Ibrahima Mbaye: “Giocare in dieci per quasi un’ora contro una squadra come l’Ajax può far capire l’unione, la personalità e il carattere che il mister e il suo staff ci hanno dato. Probabilmente avremmo vinto anche in sette“.
Alessandro Suardelli
This post was last modified on 18 Ottobre 2013 - 13:14