18 luglio 2012. Oggi Giacinto Facchetti, indimenticabile bandiera nerazzurra, straordinario uomo e campione, avrebbe compiuto 70 anni.
“Tralascio il fastidio e il dispiacere che ho avuto io, per quello e per storie collaterali. Le racconto solo questo: un mese fa mi ha chiamato Walter Sabatini, direttore sportivo della Roma, perché aveva letto il mio libro. Mi ha detto: ‘Non ti affannare più a difendere tuo padre perché lui si difende da solo’. Vero, la sua memoria gode di ottima salute”.
Qualcosa di prosaico: gli interisti divisi sulla maglia rossa.
“Assurdo. È un’estate che parliamo di maglie: o con 3 stelle, o se una scritta è lecita o se rossa è consona alla tradizione… Si parla sempre meno di calcio. Per questo, e a maggior ragione, bisognerebbe ringraziare Prandelli: ci ha regalato serate di buon calcio e situazioni più alte”.
E il livello delle frasi di Lucio?
“La maggior parte delle persone parla per convenienza, tiene conto di chi li paga…”.
Dell’Inter che idea si è fatto?
“Che finora il miglior acquisto è Cordoba team manager. E che vorrei Destro”.
Ricordare Giacinto è…?
“Parlarne come sento quotidianamente o lasciare un segno tangibile. Ci ha pensato – come prima Monte San Vito e Cesano Maderno – anche un paese della Sicilia, Rosolini: presto intitoleranno una via a papà”.