Buona la prima per Stramaccioni. Anzi, buona la “seconda” prima, anche se molto diversa dall’esordio dello scorso anno. Allora il giovane tecnico aveva messo per la prima volta piede a San Siro con una vittoria al cardiopalma, ricca di capovolgimenti di fronte e di colpi di scena: tutto quello che è mancato ieri sera. A Spalato l’Inter si impone per tre reti a zero, senza mai soffrire né regalare eccessive emozioni. Non è poco per una squadra che storicamente in preliminari et similia ha fatto spesso penare i suoi tifosi. La fame dell’esordiente potrebbe essere l’arma in più per farsi strada nella competizione che i nerazzurri – ci sentiamo di azzardare – si apprestano ad affrontare. Chissà che da questa estate non inizi a soffiare un nuovo vento. Un vento di novità.
Complice la scarsa competitività dei croati, la partita appare senza storia dal primo minuto. Sta proprio nel non far entrare in partita il catino rovente di Spalato il merito principale di Stramaccioni e i suoi. Da quel momento in poi è solo discesa senza ostacoli. Qualche complicazione prova a cercarsela invano Sneijder in occasione del suo gol, picco di una prestazione da profeta tra umili. Quando l’olandese scherza gli avversari con facilità irrisoria è impossibile non nutrire speranze in vista dell’inizio dell’ormai derelitta serie A, in cui campioni come lui, Milito o Maicon, al top di voglia e condizione e inseriti nel giusto contesto, non possono non fare la differenza.
Ieri il brasiliano non c’era, sostituito dal connazionale Jonathan, una versione in scala estremamente ridotta, all’interno di una difesa con Silvestre, Chivu (poi Samuel) e Nagatomo che aveva fatto storcere qualche naso alla vigilia del match. Invece Nagatomo ha trovato addirittura la fortunosa rete in una delle tante discese e il reparto arretrato ha tenuto senza sbavature, se non un paio di Silvestre, più tecniche che tattiche, e quindi maggiormente ammissibili in una fase di preparazione in cui gli sforzi del ritiro si fanno ancora sentire nelle gambe.
L’argentino è parso l’unico sottotono tra i nuovi acquisti; Handanovic si è fatto trovare pronto nelle poche occasioni in cui è stato coinvolto e Palacio, a dispetto dell’età poco in linea con le politiche di ringiovanimento, sembra essere il fit tecnico perfetto per una squadra che dopo l’addio di Eto’o necessità disperatamente di qualità unita a duttilità nei dintorni della zona-Milito. I migliori alla fine sono Guarin e Coutinho, anche loro “nuovi acquisti” per la stagione, quantomeno a tempo pieno.
Il colombiano ha già preso il ruolo di padrone del centrocampo, sfoderando una varietà di repertorio che tra le file interiste non si vedeva dai tempi del primo Stankovic, in un passaggio di consegne nemmeno tanto virtuale.Il folletto brasiliano appena entra in campo incanta. Non sono solo il fantastico gol e i numeri a ripetizione a impressionare: Coutinho è finalmente diventato un calciatore, che ha consapevolezza del suo ruolo in campo e delle sue forze. Da qui in poi, come si suol dire, “sky is the limit”.
Nella serata in cui finalmente torna l’Inter vincente sul campo, ottime notizie arrivano anche dal fronte mercato. Lucas sembra sempre più vicino e il contesto di cui sopra finalmente prende forme ben delineate. Non possiamo chiudere questo pezzo senza una menzione per Zanetti, anche ieri tra i migliori nel giorno della centocinquantesima presenza in maglia nerazzurra in Europa. E’ tanto bello quanto doveroso far indossare la fascia di capitano a chi può e sa essere realmente un esempio positivo.