Partiamo dall’Inter targata 2012/2013, dottor Jekyll in trasferta e Mister Hyde in casa: “Noi siamo una squadra che sta costruendo qualcosa di importante per il futuro, ma per farlo ci vuole tempo. Obiettivi? La maglia che indossiamo ci obbliga a puntare sempre in alto. Sono il titolare? È un grande piacere far parte del progetto di questa nuova Inter. La fiducia è tutto nel calcio”.
In particolare sulla sconfitta contro la Roma, il centravanti specifica: “Ho imparato che ci sono anche le sconfitte buone nel calcio. Quelle che ti fanno capire tante cose, che fanno risaltare certi problemi. Quella con la Roma è una di queste. Sia chiaro perdere è sempre brutto, ma di peggio ci sono le vittorie che fanno male, quelle che ti fanno perdere la testa“.
Molto interessanti anche le sue parole sul neo-arrivato Antonio Cassano, già messo in discussione dai media per il (presunto) mancato ambientamento nello spogliatoio: “Antonio è un uomo, molto più maturo di Balotelli. Ci siamo trovati contro anche in Spagna: io al Saragozza, lui al Real. Gliel’ho ricordato la prima volta che ci siamo rivisti”.
Su Stramaccioni afferma: “I confronti non mi piacciono. Di certo ha una virtù: dice tutte le cose in faccia, senza fare distinzioni“. Non a caso è l’unico allenatore che è riuscito a farsi amare dai tifosi nel post-triplete. E al giornalista che gli ha chiesto come sia uscito dalla sua personale crisi seguita all’addio di Mourinho, Diego ha risposto semplicemente: “Conosco una ricetta sola: aggrapparsi al lavoro. E così ho fatto”. Ricetta sicuramente valida anche per la sua Inter.
Il suo rimpianto in maglia nerazzurra: “La finale di Supercoppa Europea con l’Atletico Madrid del 2010. Abbiamo perso e giocato anche molto male”.
Chiudiamo con un appello ai tifosi: “Ci vuole tempo e pazienza. Tante squadre hanno imboccato una nuova via, cambiare in questo momento è più facile anche per l’Inter. Abbiamo perso tre calibri come Julio Cesar, Lucio e Maicon, ma stiamo ripartendo“.
This post was last modified on 16 Maggio 2013 - 01:57