Su Inter Channel torna “Prima Serata”, l’appuntamento preferito dai tifosi nerazzurri in cui giocatori e staff della Beneamata si raccontano, ripercorrendo le esperienze più significative della loro vita professionale e privata. Ospite della prima puntata Andrea Ranocchia, il nuovo leader della retroguardia nerazzurra che, partita dopo partita, si sta rimpossessando di quel ruolo da protagonista temporaneamente abbandonato la scorsa stagione.
Al microfono di Roberto Scarpini, il difensore di Assisi riepiloga le varie tappe della sua carriera da professionista: “Ad Arezzo ero un bambino, ci sono stato dai 17 ai 19; a Bari poi ho avuto le prime soddisfazioni calcistiche; a Genova mi sono rilanciato dopo il crociato. Quindi l’approdo all’Inter, che mi ha fatto crescere come persona e come calciatore. Ero così emozionato, la mia prima e spero ultima grande squadra, un emozione fortissima”.
Nel corso della serata sono state tante le sorprese in studio, soprattutto un simpatico siparietto con Matrix, da cui Ranocchia ha ereditato la maglia numero 23: “Sono contento di indossarla: Matrix smetteva e io in questo modo potevo far rivivere le sue giocate. L’anno scorso non mi è riuscito molto ma quest’anno ce la sto mettendo tutta”.
Fra passato e presente, il difensore ex Bari ritorna sul periodo buio che ha caratterizzato la passata stagione e promette ai tifosi di ripagarli molto presto: “Sembrava quasi che in un anno storto si fosse cancellato tutto quello che di buono avevo fatto negli anni precedenti, ma ora sono partito bene e mi sto divertendo. Spero di continuare a farlo, sono convinto che continuerò a farlo”.
Tornando al presente, il difensore nerazzurro si sofferma sui problemi dell’Inter di quest’anno: “Siamo una squadra rinnovata in tutti i reparti, sicuramente ci vuole un po’ di tempo per imparare i meccanismi, per oliarli, ma andando avanti saremo molto più continui, ne sono sicuro. Mi aspetto davvero una grande annata”.
Un pensiero veloce va anche alla Nazionale e soprattutto a Prandelli che lo ha ignorato nelle recenti convocazioni: “È normale che dispiaccia quando non si fa parte di quel gruppo, perché arrivare in azzurro e poi starci è una grande soddisfazione, vuol dire essere tra i migliori italiani. Ma soprattutto ho sofferto il fatto di non giocare qui, all’Inter. Il mio primo pensiero è l’Inter, se continuo a lavorare bene la Nazionale arriverà di conseguenza se me la merito”.
Le stoccate finali sono per gli idoli che lo hanno spronato nel corso della sua carriera e per i compagni attuali: “I giocatori da imitare? Ronaldo quando all’inizio giocavo da punta, poi Nesta quando sono passato a fare il difensore: un esempio da seguire dentro e fuori dal campo. L’attaccante più difficile da marcare? Milito! Era difficile giocare contro il Principe e tuttora, in allenamento, resta davvero difficile da marcare. Se Cassano mi ha già fatto qualche scherzo? A me ancora non ne ha fatti ma ad altri… ad Antonio piace ridere, scherzare, ha portato molta allegria nello spogliatoio. Ride, scherza ed è un fuoriclasse”.
Davide Miccichè
(Twitter: @Davide_Micciche)