Cambiasso, prove di un futuro già scritto

Anche nella partita contro il Neftçi, l’Inter ha mostrato una buona solidità difensiva. Piano piano i nerazzurri stanno trovando la giusta quadratura del cerchio per quanto riguarda il reparto arretrato. Nonostante il bluff nella conferenza della vigilia, Stramaccioni ha confermato ancora una volta quella difesa a tre, che molto probabilmente accompagnerà i nerazzurri per tutta la stagione. I benefici del nuovo modulo, infatti, sono innumerevoli: dalla libertà degli esterni di attaccare senza la preoccupazione di ripiegare in difesa a una maggiore copertura per il centrocampo, con Silvestre, Juan e Cambiasso che si sono resi protagonisti di una buona prova.

E proprio il Cuchu rappresenta la novità del terzetto difensivo. Già contro il Torino l’argentino aveva arretrato il suo raggio d’azione, diventando una sorta di difensore aggiunto nella linea a quattro disegnata dall’allenatore. In quell’occasione Cambiasso fu autore di un’ottima prestazione tanto da esortare i cronisti a stuzzicarlo su un possibile utilizzo più assiduo in quel ruolo. A rispondere fu Stramaccioni, che riportò simpaticamente la battuta dell’ex Real Madrid: “Quando ho detto al Cuchu che si sarebbe dovuto abbassare per prendere palla e cominciare l’azione – ha svelato il tecnico – lui mi ha risposto ‘mister, so già che mi farà finire la carriera lì”.

A Baku Stramaccioni ha arretrato ancora di più l’argentino, spostandolo sulla linea dei difensori. Ancora una volta il Cuchu è stato prezioso in copertura, dimostrando una naturale predisposizione per la regia difensiva: la sua saggezza nel guidare i movimenti dei compagni di reparto ha permesso alla squadra di gestire in maniera perfetta le due fasi di gioco.

Per ora il Cuchu rappresenta solo una valida alternativa nel ruolo di centrale: con il rientro di Chivu, infatti, Stramaccioni avrà l’imbarazzo della scelta nell’assemblare il pacchetto arretrato. In futuro, però, non è da escludere l’impiego costante di Cambiasso in quella zona del campo: un destino toccato a tanti altri grandi centrocampisti prima di lui.

Gaetano Mango

(Twitter: @nimango)

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