La sosta per le nazionali arriva al termine di un ciclo che ha visto l’Inter impegnata una volta ogni tre giorni tra campionato ed Europa League. Osservando questo tour de force, il dato che balza subito all’occhio è quello riguardante le reti subite. Infatti, se ad inizio stagione bucare l’Handanovic o il Castellazzi di turno risultava spesso facile e scontato, nelle ultime apparizioni i nerazzurri hanno dimostrato di aver trovato una solidità difensiva invidiabile.
Soprattutto in campionato, Stramaccioni ha trovato la giusta quadratura del cerchio per rendere la sua squadra praticamente imperforabile. Nelle ultime tre giornate di Serie A, a partire quindi dalla trasferta di Verona contro il Chievo, l’Inter ha subito un solo gol, quello di Romulo a San Siro nel match vinto contro la Fiorentina il 30 settembre.
Il passaggio dalla difesa a quattro a quella a tre, ha reso la squadra più equilibrata, trovando in Ranocchia, Samuel e Juan Jesus tre splendidi interpreti di un modulo che poteva apparire poco percorribile per difensori con queste caratteristiche. Soprattutto per il trentaquattrenne argentino, il cambio di modulo non appariva una soluzione consona. Invece, The Wall si è dimostrato, come sempre, affidabile e spesso insuperabile.
Ranocchia è ormai tornato sui livelli che gli competono. Con le sue ottime prestazioni, Andrea è riuscito a conquistare nuovamente la convocazione in Azzurro. Il lungo centrale nerazzurro, sembra un lontano parente di quel giocatore impacciato e insicuro che pascolava sul terreno di San Siro nella scorsa stagione. Adesso l’ex Bari e Genoa è il nuovo leader della difesa interista.
La nota più lieta e, se vogliamo, più sorprendente, è quella riguardante Juan Jesus. Il roccioso difensore brasiliano classe ’91, arrivato in nerazzurro nello scorso gennaio, è stato più volte in procinto di lasciare Milano, ma Stramaccioni ha da sempre creduto in lui e i risultati stanno assolutamente dalla sua parte. Esplosività, senso tattico e potenza fisica, stanno facendo di Juan un difensore completo che, a soli ventuno anni, è pronto per diventare tra i più forti al mondo.
Altro aspetto da non sottovalutare, senza nulla togliere alle prestazioni offerte da Castellazzi, è il rendimento di Samir Handanovic. Il portiere sloveno, ha raccolto un’eredità pesante come quella lasciata da Julio Cesar e, se la porta nerazzurra è rimasta spesso inviolata, è sicuramente anche merito dei suoi interventi che danno sicurezza a tutta la squadra.
La porta di Batmanovic, risulta spesso difficile da raggiungere anche grazie al duro lavoro fatto a centrocampo da Cambiasso e compagni. Come si è visto anche nel derby contro il Milan con Montolivo, gli avversari sono spesso costretti a provare la conclusione dalla distanza, trovando nel portiere ex Udinese un ostacolo praticamente insormontabile. Le grandi squadre nascono da difese impenetrabili: chissà che Strama non abbia trovato la strada giusta.