Ben vengano le critiche costruttive e i complimenti sinceri ma guai a fare proclami. L’obiettivo dei nerazzurri è il ritorno nell’Europa che conta, quella Champions che permetterebbe da un lato di completare il processo di risanamento del bilancio e dall’altro di ridare prestigio ad un ambiente che in queste ultime stagioni ha vissuto qualche periodo di appannamento. Lo scudetto per ora è un discorso fuori dalla nostra portata.
Poi ovviamente, se a marzo l’Inter si dovesse trovare ancora a -4 dalla vetta, potremmo riparlarne. E’ una squadra giovane, c’è un nuovo allenatore e tanti nuovi innesti che devono pian piano trovare quell’equilibrio e quell’affiatamento che permettono anche nelle partite più difficili di venir fuori con la forza del gruppo. Stramaccioni lo sa: quando la scorsa stagione i ragazzi della Primavera rimediarono una sonora batosta dal Tottenham al loro esordio in Next Generation Series, nessuno immaginava cosa avrebbero poi portato a casa, otto mesi dopo.
E invece, con umiltà, sacrificio e col tempo, anche loro hanno raccolto quanto seminato. Per questo, via alle bandiere che seguono la direzione del vento, via i soliti opinionisti da bar, via anche ai tifosi occasionali che giudicano una stagione in base ai trofei vinti. L’Inter in questi anni ne ha portati a casa tanti. Ora c’è un nuovo progetto.
La società è con la squadra, e ci sono i presupposti per aprire un ciclo che da qui a qualche anno potrebbe regalare tante soddisfazioni all’ambiente nerazzurro. Tutto questo però, con pazienza e perseveranza perché questa Inter tra qualche anno potrebbe ritornare a divorare gli avversari come faceva ai tempi di Mourinho. E se Moratti vede in Strama qualcosa del vate di Setubal, qualcosa vorrà pur dire.
This post was last modified on 17 Ottobre 2012 - 14:21