Era il 16 settembre, l’Inter era ancora un cantiere aperto e lui poco più di un oggetto misterioso, un giovane di belle speranze. Stiamo parlando di Juan Jesus, arrivato nello scorso mese di gennaio per pochi spiccioli dall’Internacional. Dopo la trasferta in terra granata, il centrale brasiliano è diventato una pedina insostituibile e fondamentale nello scacchiere di Stramaccioni.
Infatti, sia nella difesa a tre che in quella a quattro, il possente difensore carioca è una delle colonne portanti della difesa, nonostante la giovane età e la poca esperienza. Già durante le Olimpiadi di Londra disputate quest’estate, al fianco di Thiago Silva, Juan Jesus aveva dimostrato buona affidabilità, ma quello che sta facendo vedere in nerazzurro fa davvero stropicciare gli occhi.
Forza fisica straripante, rapidità, senso della posizione, gioco aereo, personalità, anticipo: cosa manca per essere un difensore perfetto? Forse un po’ più di sicurezza nell’uscire palla al piede dalla difesa ma, anche incappando in qualche errore, Juan Jesus è pronto a sradicare nuovamente la sfera all’avversario strappando gli applausi di San Siro.
Proprio così: San Siro. La tifoseria nerazzurra ha ben presto accantonato il ricordo di Lucio che, grazie alle prove superbe di Shrek, rappresenta solo il passato. Adesso la difesa nerazzurra ha un nuovo leader.
Juan Jesus ha letteralmente rubato la scena a tutti i compagni di reparto in questo inizio di stagione. Appena ventun’anni e un temperamento da leader consumato lo stanno perentoriamente rendendo un pilastro indiscusso della difesa, a tre o a quattro che sia.
Merito di questa grande scoperta, va attribuito sicuramente a Stramaccioni ma anche a Marco Branca, troppo spesso vittima di critiche ingiustificate ma che ora, grazie alle prestazioni di Juan Jesus, si sta prendendo una bella rivincita.
Stramaccioni, campionato o Europa League che sia, non riesce più a farne a meno tanto da non farlo mai rifiatare. In questo senso, la sua giovanissima età lo aiuta molto così come il suo fisico mastodontico. A ventun’anni pochi grandi difensori si esprimono già a questi livelli. Magari qualcuno diventa un grandissimo solo dopo i venticinque anni, dopo aver girovagato tra Brasile, Russia e Portogallo senza lasciare il segno. E’ ancora eresia paragonarlo a Thiago Silva? In ogni caso, noi ci teniamo stretto il nostro JJ.