Grande persona, ancor prima di essere stato un grande dirigente, Paolillo ha scelto le pagine di Tuttosport per ringraziare tutto il popolo nerazzurro, regalandoci qualche curiosità: “L’esperienza all’Inter è stata fantastica, ho passato davvero anni meravigliosi. Abbiamo raggiunto risultati importanti e unici sia con la prima squadra sia con le giovanili. Inoltre, ho avuto un bel rapporto con tutti i miei collaboratori. Lascio il cuore perché vedere crescere i ragazzi e vederli esordire in grandi squadre, è stata per me una soddisfazione incredibile. Il momento più bello? Con la prima squadra voto l’anno del Triplete, il magico 2010. A Madrid è stata una serata indimenticabile. Ho provato la stessa emozione con la vittoria della Next Generation Series. È stato bellissimo vedere il nostro settore giovanile affermarsi in tutta Europa. Ho vissuto al fianco di quei ragazzi tutte le partite e per loro è stato il giusto merito per l’impegno messo in campo”.
Nel corso della sua carriera, ha visto tanti giovani crescere e affermarsi, ma il preferito è soltanto uno: “Dico Mario Balotelli. Me ne aveva parlato Pierluigi Casiraghi, il nostro talent scout, che lo aveva visto all’opera al Lumezzane. Ne aveva parlato così bene, che mi aveva trasmesso sensazioni talmente positive da volerlo vedere subito. Uno così non lo avevo mai visto. Un altro ricordo che ho è l’arrivo a Milano di Lorenzo Crisetig. Ha avuto una grande serietà nell’affrontare tutto: la vita a Milano, la scelta di studiare al liceo scientifico, l’atteggiamento lontano dai campi di calcio. Ho seguito la sua storia con vero piacere“.
Con la primavera ha vinto tutto, ma per Paolillo il successo è merito dei collaboratori: “Questo è un altro motivo di grande gioia. Successi da condividere con i miei collaboratori, da Piero Ausilio a Roberto Samaden, passando per Pierluigi Casiraghi, che mi ha sempre saputo dare una lettura tecnica che io non potevo avere. Con loro ci sono ovviamente tutti i tecnici del settore giovanile, che ci hanno aiutato nella crescita dei ragazzi. La Next Generation Series? Insieme abbiamo vissuto una bellissima esperienza, anche attraversando qualche momento difficile. Come la sconfitta al debutto per 7-1 contro il Tottenham, un risultato che avrebbe piegato tutti”.
Le ultime parole non potevano che essere per Stramaccioni, che lo stesso Paolillo ha prima scoperto e poi accompagnato sulla panchina della prima squadra: “Andato via Fulvio Pea, c’era la possibilità di prendere questo ragazzo giovane, tutti me ne avevano parlato bene. Ho seguito la sua carriera e sapevo quanto fosse difficile portarlo via da Roma. Quando l’ho incontrato, aveva grande entusiasmo e avevo capito che da noi avrebbe potuto fare bene. Se l’ho consigliato a Moratti? Sì, ho sempre parlato di lui al presidente, che si è incuriosito e ha cominciato a seguirlo in prima persona. Quando ho visto Moratti puntare su di lui per sostituire Claudio Ranieri, ho pensato fosse la scelta giusta. Finalmente un giovane di talento poteva ambire a una panchina importante. Lui è stata un’ altra mossa vincente di questi anni. Come l’ho scoperto? Mi era stato già segnalato due anni prima, quando andò via Vincenzo Esposito, ma Andrea voleva far carriera alla Roma. Magari gli erano state fatte delle promesse, non so. Poi quando è andato via Pea, lo abbiamo ricontattato e si è convinto di fare questo grande passo”.
This post was last modified on 30 Ottobre 2012 - 16:18