Forse è proprio per rivendicare i propri diritti che l’Inter con la Sampdoria sfodera un primo tempo noioso e disastroso, forse il peggiore di questa stagione. Il “gioco” scorre lento, palesando il limite, colpevolmente non colmato in estate, della mancanza di un regista. L’episodio dell’errore di Ranocchia, impeccabile fino a quel momento, perfetto da quel momento in poi, è il fermo immagine che ritrae al meglio l’andamento della prima metà di gara, che l’Inter chiude meritatamente in svantaggio. Ma all’inizio della ripresa si leva il grido disperato di “sos” del campionato: la Juventus pareggia, il Napoli e la Lazio perdono. C’è bisogno dell’Inter, Stramaccioni dà ascolto alla richiesta di soccorso. Via il troppo falloso Mudingayi per l’indispensabile Cambiasso ottobrino, rimangono in campo i tre tenori d’attacco. La scelta suscita qualche dubbio, prontamente spazzato dalla remuntada, riuscita soprattutto grazie alle combinazioni geniali di Palacio, Milito e Cassano: gli argentini realizzano, assistiti dalle geniali perle dell’italiano. Trova il gol anche Guarin, folgorato sulla via di Torino. Si spera.
Abbiamo fatto il nostro dovere. Ora parliamo di risultati. Nove vittorie consecutive, sempre vincenti in trasferta, secondi in classifica. Ma soprattutto un buon motivo per crederci, che forse è quello che conta di più. Gli altri smettano di credere. Non giocheremo per gli altri. Giocheremo per noi.
Giovanni Cassese
(Twitter: @vannicassese)
This post was last modified on 16 Novembre 2012 - 16:05