Su e giù dal carro

 

Vi avevamo avvisato in tempi non sospetti: chi come noi ha seguito da vicino i primi passi di Andrea Stramaccioni all’interno dell’universo nerazzurro aveva il dovere di mettere in guardia i tifosi dai giudizi affrettati dei soliti “professori” del pallone, pronti a condannare l’allenatore romano ancora prima di valutarne l’operato sul campo.

Era infatti piuttosto scontato aspettarsi uno Stramaccioni risucchiato da subito nel tritacarne mediatico; più difficile pensare che il tecnico nerazzurro potesse dare una risposta così rapida ed efficace ai suoi detrattori, tanto da far sembrare lontanissimi i tempi in cui i critici sprecavano fiato e parole invitando il nuovo arrivato a farsi dare lezioni di tattica dal “maestro” Zdenek Zeman (uno a cui non è bastato qualche decennio di “gavetta” per uscire indenne dallo Juventus Stadium).

Una dopo l’altra, Stramaccioni si è scrollato di dosso tutte le etichette che gli erano state prematuramente affibbiate: inadeguato, inesperto, provinciale… Il tecnico nerazzurro non è niente di tutto questo e i record macinati in queste prime undici giornate di campionato sono lì a dimostrarlo. Grazie al suo lavoro, l’Inter ha ritrovato identità, carattere e voglia di vincere e il superlativo successo ottenuto a Torino, dove neanche lo Special One era riuscito ad imporsi, rappresenta il manifesto di una preparazione tecnico-tattica che in pochi possono vantare.

Ogni gara viene studiata in maniera meticolosa, con un’attenzione maniacale per i dettagli, nel tentativo di esaltare le proprie caratteristiche e sfruttare i punti deboli degli avversari. Così Strama ha espugnato lo Juventus Stadium, conquistando definitivamente i tifosi nerazzurri e vincendo le ultime resistenze di chi lo considerava ancora troppo acerbo per determinati palcoscenici.

L’errore da non commettere adesso è pensare che l’Inter sia già alla fine del suo percorso di crescita. Strama lo sa bene e non perde occasione per ricordare che, al di là dei risultati ottenuti nelle ultime settimane, ci sono ancora diversi aspetti su cui la squadra può e deve migliorare.

Senza dimenticare il vero obiettivo stagionale: riconquistare un posto nell’Europa che conta e gettare le basi per la costruzione di un nuovo ciclo. Aver trovato un condottiero degno della nostra storia è già un’assicurazione importante sul nostro futuro. Tutto quello che arriverà in più sarà da accogliere come una piacevolissima sorpresa.

 

Alessandro Suardelli

(Twitter: @AleSuardelli)

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